Sono entrati ufficialmente in vigore alle 6 del mattino, ora italiana, i dazi del 50% su acciaio e alluminio imposti dagli Stati Uniti. L’annuncio è stato seguito dalla firma, avvenuta ieri, di un ordine esecutivo da parte del presidente Donald Trump.

La misura riguarda tutte le importazioni di questi due materiali strategici e segna una nuova escalation nella politica commerciale americana. I dazi, operativi dalla mezzanotte della costa orientale, potrebbero avere un impatto significativo sui mercati internazionali, sulle catene di approvvigionamento e sull’industria manifatturiera globale.

L’Ocse: «Incertezza politica frena commercio e fiducia»

Un segnale d’allarme arriva dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che ha diffuso il suo nuovo Economic Outlook. Il segretario generale Mathias Cormann ha sottolineato come il quadro globale si sia fatto più instabile. “L’economia mondiale è passata da una fase di crescita robusta e inflazione in calo a un percorso più incerto”, ha dichiarato Cormann. «Le attuali incertezze politiche stanno indebolendo commercio e investimenti, diminuendo la fiducia di consumatori e imprese e rallentando le prospettive di crescita».

Secondo l’Ocse, a pesare sono non solo le misure protezionistiche come i dazi, ma anche l’instabilità geopolitica, in particolare i conflitti ancora in corso in Ucraina e in Medio Oriente.

«Stop ai dazi e dialogo multilaterale per la crescita»

Nel report, l’Ocse lancia un messaggio chiaro: le barriere commerciali, come quelle adottate dagli Stati Uniti, rappresentano un rischio per l’economia globale. «Un’inversione di tendenza sulle nuove barriere commerciali potrebbe favorire le prospettive di crescita globale e contenere l’inflazione», si legge nell’Economic Outlook.

L’organizzazione internazionale invita i governi ad affrontare le criticità del sistema commerciale internazionale tramite il dialogo, evitando politiche unilaterali e misure restrittive. «È fondamentale mantenere i mercati aperti – prosegue l’Ocse – per salvaguardare i benefici economici del commercio basato sulle regole: concorrenza, innovazione, produttività, efficienza e crescita».

L’Ocse evidenzia inoltre come una risoluzione diplomatica dei conflitti – in particolare la fine della guerra in Ucraina – potrebbe rappresentare un volano di fiducia e rilancio degli investimenti globali.