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KEIR STARMER PRIMO MINISTRO INGLESE
“Si vis pacem para bellum”. Questa locuzione latina è stata usata molte volte in svariate epoche storiche e ora affiora di nuovo in riferimento alla guerra in Ucraina, e alla minaccia russa nel cuore dell’Europa. A sottolineare il valore della volontà di pace con la preparazione della guerra – in questo caso a scopo difensivo – è il premier britannico Keir Starmer, alle prese con la revisione strategica della Difesa. La filosofia alla quale si ispira il piano di spesa del Regno Unito per il prossimo decennio è dunque la “prontezza bellica”. Un approccio strategico che tiene conto di quanto sta accadendo nel mondo.
Starmer – e prima di lui Boris Johnson – è in Europa l’alleato che crede di più nella sopravvivenza dell’Ucraina, e mostra particolare vicinanza al presidente Zelensky. Essere pronti per la guerra, nelle stanze di Downing Street, significa evitare gli errori del passato recente, con minacce clamorosamente sottovalutate.
Per questo Londra si è impegnata a investire per la Difesa il 2,5% del Pil entro il biennio 2027- 28, con l’obiettivo di toccare quota 3% con l’avvio della nuova legislatura. Starmer ritiene che la revisione della Difesa del Regno Unito potrà dare alle forze armate e all’intera popolazione una «unità di intenti».
Il piano di investimenti è stato annunciato ieri nel quartiere Govan di Glasgow, a una ventina di chilometri da Hamilton, dove giovedì si terrà un turno di elezioni suppletive. Le previsioni dei bookmaker non sono rosee per i laburisti, che dovrebbero piazzarsi terzi dietro a conservatori e riformisti. La scelta di Govan non è stata casuale. Qui un tempo si trovavano i più importanti cantieri navali militari.
Il premier britannico è convinto che il nuovo piano di Difesa possa avere una duplice importanza: garantire la sicurezza e imprimere una accelerata all’economia. «Nulla funziona se non lavoriamo tutti insieme», ha affermato Starmer, che poi ha aggiunto: «È arrivato il momento di trasformare il modo in cui ci difendiamo e di rinnovare la nostra nazione. Un investimento nell’orgoglio britannico e nel popolo britannico».
Nel suo discorso, l’inquilino di Downing Street ha promesso nuovi investimenti nelle forze armate per «preservare il nostro stile di vita», e ha cercato di galvanizzare i propri connazionali. «Un dividendo della Difesa – ha affermato il premier – che si farà sentire nelle tasche dei lavoratori e nella prosperità del Paese, garantendo crescita per le generazioni future. Parte di un nuovo patto per unire il Regno, un nuovo spirito di servizio che scorre da ogni parte della società, dalle linee di rifornimento alle prime linee: tutti che ne beneficiano, tutti che svolgono il proprio ruolo, il proprio dovere verso la nazione, la collaborazione reciproca. Per preservare il nostro stile di vita e ciò che ci è più caro. Perché quando si parla di sicurezza e di rinnovamento, nulla funziona se non lavoriamo tutti insieme».
Senza giri di parole, Starmer ha fatto riferimento alla minaccia incarnata dalla Russia, sempre più aggressiva per cielo e per mare, ragion per cui occorre moltiplicare gli sforzi e rendere il Regno Unito «una nazione pronta al combattimento, corazzata, con le alleanze più forti e capacità avanzate per i decenni a venire».
Il primo ministro ha dichiarato che entro il 2035 le forze armate britanniche saranno «dieci volte più letali», grazie all’integrazione tra droni, cacciatorpediniere, intelligenza artificiale e velivoli da combattimento. Il piano di difesa prevede inoltre l’apertura di sei nuove fabbriche di munizioni, con oltre mille posti di lavoro, e la costruzione di 12 nuovi sottomarini d’attacco, con una nuova unità ogni 18 mesi.
Dalla Scozia Starmer ha pure evidenziato che «la prontezza al combattimento diventerà lo scopo centrale delle nostre forze armate». Ormai le minacce globali si moltiplicano, per questo la deterrenza più efficace consiste nel farsi trovare preparati di fronte a minacce potenziali o effettive e «garantire la pace attraverso la forza». La revisione strategica della difesa mira a «porre fine allo svuotamento» delle forze britanniche e ad avere «una forza più integrata, più pronta e più letale che mai», accompagnata da una riserva strategica.
Nelle intenzioni di Londra, come ha rivelato il Times, vi è l’acquisto di aerei da combattimento in grado di sparare con armi nucleari tattiche e «ampliare la deterrenza destinata a contrastare la crescente minaccia rappresentata dalla Russia». «Il governo di Sir Keir Starmer – scrive il giornale londinese – è impegnato su questo versante, che rappresenterebbe il più grande sviluppo nella deterrenza del Regno Unito dai tempi della Guerra fredda e il riconoscimento che il mondo è entrato in un’era nucleare più pericolosa.
Il segretario alla Difesa John Healey e il capo delle forze armate, ammiraglio Sir Tony Radakin, intendono acquistare aerei da combattimento di fabbricazione americana in grado di lanciare bombe a gravità con una potenza inferiore rispetto alle armi nucleari convenzionali».
A quanto pare, oltremanica alcune lezioni della storia sono sempre prese in considerazione. Per evitare errori. E per qualcuno anche continuare a garantirsi un presente e un futuro politico.