PHOTO
Associated Press/LaPresse
Non si arrestano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza. All’alba di oggi, martedì 26 agosto, un nuovo bombardamento ha provocato la morte di almeno venti palestinesi. Solo ieri, un doppio raid aveva colpito l’ospedale Nasser di Khan Younis, causando la morte di altre venti persone, tra cui cinque giornalisti.
Le vittime sono Mariam Dagga, Mohammed Salama, Ahmad Abu Aziz, Hussam al-Masri e Moaz Abu Taha. Nell’attacco è rimasto ferito anche il fotografo Hatem Khaled, collaboratore di Reuters.
La lettera di AP e Reuters
La tragedia ha spinto le agenzie di stampa Associated Press e Reuters a inviare una lettera ai principali vertici istituzionali israeliani, tra cui il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz.
«Scriviamo per chiedere una spiegazione chiara degli attacchi aerei che hanno colpito l’ospedale Nasser il 25 agosto 2025 – si legge nella lettera – uccidendo diversi giornalisti, tra cui collaboratori di AP e Reuters. Siamo indignati per il fatto che professionisti indipendenti, presenti nell’esercizio della loro professione, siano stati vittime di un attacco a un luogo protetto dal diritto internazionale».
Le due agenzie sottolineano inoltre che «l’IDF ha ammesso di aver condotto l’attacco e afferma di indagare, ma la volontà e la capacità di condurre inchieste interne raramente hanno prodotto chiarezza e azioni concrete», chiedendo una «rapida e trasparente assunzione di responsabilità».
Le proteste a Tel Aviv
Mentre continuano i raid, a Tel Aviv i parenti degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas hanno dato vita a una giornata nazionale di proteste. In Piazza degli Ostaggi, Einav Zangauker – madre dell’ostaggio Matan Zangauker – ha accusato il governo di Netanyahu di «temere solo la pressione pubblica» dopo 690 giorni di guerra senza un obiettivo chiaro.
Secondo quanto riportato da The Times of Israel, Hamas avrebbe accettato la scorsa settimana un accordo per liberare metà degli ostaggi, ma Netanyahu ha ribadito che Israele accetterà solo un’intesa che preveda la liberazione contemporanea di tutti i prigionieri. Parallelamente, il premier ha dato il via libera a piani per una nuova offensiva finalizzata alla conquista di Gaza City.