Ossa in mare a Pietra Bagno, ma nessun omicidio: si tratta di un film. Gli accertamenti sono ancora in corso, ma sarebbe già stata formulata una diffida per rimuovere al più presto qualsiasi scheletro di plastica ed altro materiale lasciato nei fondali della stupenda località incontaminata dell’isola di Lipari, nelle Eolie. A finire nel mirino è la società cinematografica che ha fatto da supporto alle riprese del kolossal Odissea” di Cristopher Nolan, girato a Lipari nel maggio scorso, che uscirà nelle sale cinematografiche la primavera prossima. Non si sa per quale motivo alcuni manichini e alcuni scheletri, verosimilmente utilizzati per le riprese di alcune scene, sono finiti nei fondali di “Pietra bagno”, stupenda località dell'arcipelago, a 18 metri di profondità.

Un primo ritrovamento era stato effettuato sempre da due sub alcuni mesi fa e anche allora si era gridato allo scempio ambientale. Adesso il nuovo ritrovamento è avvenuto durante una immersione nella zona di un gruppo di sub catanesi. I subacquei avevano deciso di visitare una secca posta a circa un miglio di distanza dal belvedere di San Calogero quando la loro attenzione è stata attirata da un agglomerato biancastro che giaceva nei fondali. Avvicinatisi hanno scorto indistintamente due scheletri adagiati. Inizialmente il gruppo ha temuto di essere davanti ad alcuni resti magari di un recente naufragio di un barcone avvenuto un anno fa col rinvenimento di cinque cadaveri.

Solo in un secondo momento, per fortuna, con l’intervento della Capitaneria di porto di Lipari, gli esperti e i sub si sono accorti che si trattava di resti di plastica, verosimilmente attrezzature del set cinematografico del kolossal abbandonate lì oppure scivolate involontariamente nell'acqua. La Capitaneria di porto dell’arcipelago, che sta continuando i rilievi nell’area teatro del ritrovamento, invierà un fascicolo alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto in caso dovesse rilevare profili penalmente perseguibili. Infine sarebbe stata già elevato di un verbale per la società di produzione cinematografica di circa mille euro che sarebbe già stato regolarmente saldato, così come sembra che una squadra di sub, già inviata sul posto dalla società, abbia già provveduto a bonificare la zona.

L’episodio, al di là della curiosità, ha comunque riacceso i riflettori nell’arcipelago sull’impatto ambientale che queste troupe provocano quando operano in contesti incontaminati e sul binomio tra Isole naturalistiche e le società di riprese cinematografiche che in questi ultimi anni hanno scelto le Eolie come teatro naturale per le loro riprese. Già tre anni fa, nel maggio del 2022 un disastroso incendio aveva mandato in fumo il polmone naturalistico alle pendici del vulcano Stromboli e anche allora a finire nel mirino era stata una società cinematografica che per la Rai stava filmando le immagini della fiction “Sempre al tuo fianco”, ironia della sorte incentrata su alcuni vigili del fuoco che salvavano alcune persone rimaste intrappolate da un incendio. Durante le riprese, l’incendio ( che doveva essere pilotato da alcuni esperti), sfuggì di mano, a causa del forte vento di Scirocco e nel volgere di una notte il polmone di verde era finito in fumo.

I due episodi hanno riaperto nell’isola il tema dello sbarco di troupe cinematografiche alla ricerca di luoghi incontaminati dove poter girare i loro film. Qualche mese fa si è chiuso al tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, la prima tranche del processo a carico di alcuni responsabili della ditta di produzione che nel maggio del 2022 collaborò con la Rai per le riprese della fiction con Ambra Angioini.

La prima tranche del procedimento sotto il profilo penale si è chiusa con quattro patteggiamenti che alla fine hanno portato a una multa di circa 91mila euro per i responsabili dell’incendio e una revisione dei danni al ribasso rispetto ai 10 milioni di euro, stima dei danni subiti dall’isola e dai suoi abitanti. La ditta di produzione finita sotto inchiesta aveva messo a disposizione circa 800mila euro e questi serviranno per risarcire le Parti civili, il Comune di Lipari, la Protezione civile, l’assessorato regionale Territorio e ambiente e il ministero per l’Energia. Per i danni richiesti dai privati invece bisognerà attendere il dibattimento in sede Civile.

In un primo tempo la fiction non sarebbe dovuta andare in onda per rispetto verso gli abitanti, come tra l’altro richiesto da una delegazione. Poi la direzione Rai ha cambiato idea e l’ha messa in programmazione nonostante le veementi proteste degli eoliani. Col ritrovamento degli scheletri la misura sarebbe colma a tal punto che nuovamente la Capitaneria di Porto di Lipari ha subito provveduto ad aprire un fascicolo e sembrerebbe in procinto di diffidare la ditta di produzione con la richiesta di bonifica dell’area attraverso la rimozione immediata di eventuali altri scheletri dai fondali. Nel frattempo la direzione dello staff del film avrebbe comunicato di non avere nulla a che fare con i ritrovamenti, insomma Nolan non avrebbe lasciato alcuno “scheletro nell’armadio” nelle isole Eolie.