Dal Forum economico orientale di Vladivostok, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la linea dura nei confronti dell’Occidente. «Se i soldati occidentali dovessero comparire in Ucraina, soprattutto ora durante i combattimenti, saranno considerati obiettivi legittimi», ha dichiarato il capo del Cremlino, sottolineando che la presenza di contingenti stranieri non favorirebbe in alcun modo «una pace duratura».

L’avvertimento arriva all’indomani delle dichiarazioni degli alleati di Kiev, che avevano ipotizzato la possibilità di mantenere truppe in caso di un eventuale accordo di pace. Una prospettiva che, secondo Mosca, rischia di allontanare ancora di più la possibilità di un negoziato.

Il ponte con la Corea del Nord

Putin ha inoltre annunciato la costruzione di un ponte sul fiume Tumannaya che collegherà Russia e Corea del Nord, con inaugurazione prevista nel 2026. «Abbiamo in programma di costruire nuovi ponti, tra cui uno con la Repubblica Popolare Democratica di Corea», ha detto, ricordando che i lavori sono già iniziati lo scorso marzo e che le scadenze sono state confermate da entrambi i governi. Il progetto, insieme alla ripresa dei collegamenti ferroviari e dei voli diretti con Pyongyang, è visto come un passo per rafforzare il «riavvicinamento» tra i due Paesi. Lo stesso Kim Jong-un, incontrato da Putin a Pechino, ha garantito sostegno totale alla Russia.

Nessun accordo con Kiev

Sul fronte ucraino, Putin ha escluso spiragli a breve termine: «Sarà praticamente impossibile raggiungere un accordo su questioni chiave con la parte ucraina, anche se ci fosse la volontà politica». Una chiusura netta che conferma lo stallo diplomatico e lascia intravedere un conflitto destinato a protrarsi.