Paul Rusesabagina, l’uomo che ha ispirato il film “Hotel Rwanda” per aver salvato centinaia di connazionali dal genocidio, sarà liberato. Rusesabagina si trovava in carcere per scontare una pena di 25 anni con l’accusa di terrorismo. La portavoce del governo Yolande Makolo ha dichiarato che la condanna è stata commutata per ordine presidenziale dopo una richiesta di clemenza e Rusesabagina, residente negli Stati Uniti e cittadino belga, potrebbe essere rilasciato già domani.

Rusesabagina scomparve nel 2020 durante una visita a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e ricomparve giorni dopo in Ruanda in manette. Fu rapito e portato in Ruanda con l’inganno e contro la sua volontà per essere processato. Rusesabagina ha affermato che il suo arresto è avvenuto in risposta alle critiche per presunte violazioni dei diritti umani nei confronti del presidente Paul Kagame.

Ad esprimere “grande soddisfazione” per la decisione annunciata dal Governo del Ruanda, è il Consiglio Nazionale Forense, che si batte da tre anni per i diritti di Rusesabagina. “Fu arrestato e condannato al termine di un processo politico, condotto in spregio alle regole del giusto processo”, spiega il Cnf. Che al fine di dare supporto alla difesa portò il caso all’attenzione dell’opinione pubblica italiana e organizzò il 18 novembre 2021 la visita a Roma, della figlia Carine Kanimba insieme al difensore del padre, l'avvocato belga Vincent Lurquin, che si recarono in audizione presso il Comitato permanente per i diritti umani nel mondo della Commissione Esteri della Camera e poi presso il plenum del Cnf il giorno successivo, per raccontare la vicenda giudiziaria che aveva condotto in prigione il 67enne Paul Rusesabagina.
“Il Cnf, impegnato a difendere i principi dello stato di diritto consacrati nelle convenzioni internazionali – si legge nella nota – continuerà a seguire il caso auspicando che Paul Rusesabgina possa presto riabbracciare i propri cari”.