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ROBERT PREVOST PAPA LEONE XIV, RECEP TAYYIP ERDOGAN PRESIDENTE DELLA TURCHIA
Il viaggio apostolico di Papa Leone XIV attraversa il cuore delle crisi globali e rilancia con forza il tema del piano di pace, dal Medio Oriente all’Ucraina. Lasciata la Turchia, il Pontefice è approdato in Libano dopo una giornata intensa iniziata con la preghiera nella cattedrale armena, la partecipazione alla Divina Liturgia e la benedizione ecumenica insieme al Patriarca Bartolomeo I. Sul volo Istanbul-Beirut, il Papa ha risposto alle domande dei giornalisti soffermandosi sulle principali fratture geopolitiche del nostro tempo.
Parlando del Medio Oriente, Leone XIV ha ribadito che la soluzione dei due popoli in due Stati resta l’unica prospettiva credibile per fermare un conflitto che continua a divorare vite e speranze. «Sappiamo che in questo momento Israele non accetta questa soluzione, ma la consideriamo l’unica in grado di offrire una via d’uscita», ha spiegato, sottolineando il ruolo della Santa Sede come «voce mediatrice» capace di dialogare con entrambe le parti, in un quadro dove fiducia e giustizia devono procedere insieme.
Sul fronte ucraino, il Papa ha richiamato l’attenzione su «nuove e concrete proposte di pace», auspicando che la Turchia — e in particolare il presidente Erdogan — possa favorire il dialogo con Russia e Stati Uniti per aprire un varco verso un cessate il fuoco stabile. Una prospettiva che rimette al centro il piano di pace come strumento di ricostruzione politica e umana, dopo anni di devastazione.
Il primo discorso pronunciato in Libano ha rafforzato questo messaggio. «Qui la pace è un desiderio e una vocazione, un dono e un cantiere sempre aperto», ha affermato il Pontefice, ricordando come il Paese dei Cedri abbia affrontato crisi economiche, identitarie e sociali senza rinunciare alla volontà di ricominciare. Leone XIV ha poi dedicato un passaggio particolarmente intenso al ruolo delle donne: «Hanno una capacità unica di custodire e costruire la pace, perché sanno creare legami profondi con la vita e con le persone». Un impegno che, insieme all’energia delle nuove generazioni, rappresenta un motore di rinnovamento per l’intero Libano.


