Un nuovo avviso di garanzia è stato notificato dalla procura di Locri all'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. L’accusa, rivela lo stesso ex primo cittadino, è quella di aver rilasciato dei documenti d’identità a una donna eritrea e al figlio di pochi mesi senza che questi fossero in possesso di regolare permesso di soggiorno. "Il bimbo aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra", spiega Lucano che si dice amareggiato ma non pentito della sua decisione. "Io lo rifarei" assicura, ricordando poi che "la Costituzione prevede il diritto alla salute, che è inviolabile e fondamentale". I fatti risalgono al settembre di tre anni fa. "La prefettura ci aveva chiesto l'inserimento per la madre e il bambino" in un progetto di accoglienza al Cas a Riace, ha spiegato Lucano. "e noi avevamo detto di sì perché c'era la disponibilità". Poi "fu fatta l'iscrizione al registro anagrafico e fu richiesta la carta d'identità perché il bambino di pochi mesi aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra". L'accusa sarebbe legata proprio al rilascio dei due documenti, nonostante la donna e il figlio non avessero il permesso di soggiorno. L'ex sindaco di Riace si chiede come mai sotto la lente degli investigatori non siano finiti i documenti di Becky Moses, la ragazza africana morta in un rogo nella tendopoli di San Ferdinando, dopo la scadenza del suo periodo di soggiorno a Riace. «Anche lei – conclude Lucano – era regolaremente iscritta all’elenco anagrafico comunale».