La cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace 2025 è avvenuta ieri, a Oslo, in assenza della diretta interessata: Maria Corina Machado. Al posto della leader dell’opposizione venezuelana sua figlia, Ana Corina Sosa. Machado è comunque attesa nella capitale norvegese. Il viaggio dal Venezuela al Paese scandinavo è stato annunciato dal Wall Street Journal, secondo il quale Maria Corina Machado, dopo un trasferimento avvenuto in segreto per motivi di sicurezza sull’isola di Curaçao, ha potuto imbarcarsi alla volta dell’Europa.

«Vi racconterò di persona – ha detto il Premio Nobel per la Pace in audio diffuso ieri - cosa abbiamo dovuto affrontare e quante persone hanno rischiato la vita per permettermi di arrivare a Oslo. Sono loro molto grata. È un esempio di cosa significhi questo riconoscimento per il popolo venezuelano». L’arrivo a Oslo impedirà successivamente il rientro in Venezuela? Sono tanti a farsi questa domanda. Da tempo Machado vive in una località segreta. Il Procuratore generale del Venezuela ha annunciato che, in caso di trasferimento all’estero, Machado sarà considerata, per via di alcuni procedimenti in corso, una “fuggitiva”. «Innanzitutto – ha commentato Maria Corina nel messaggio audio -, a nome del popolo venezuelano, desidero ringraziare ancora una volta il comitato norvegese per il Nobel per questo immenso riconoscimento alla lotta del nostro popolo per la democrazia e la libertà. Siamo molto emozionati e onorati, ed è per questo che sono molto dispiaciuta di comunicarvi che non potrò arrivare in tempo per la cerimonia, ma sarò a Oslo. So che centinaia di venezuelani provenienti da diverse parti del mondo sono riusciti a raggiungere la vostra città, e che ora si trovano a Oslo, così come la mia famiglia, il mio team e tantissimi colleghi, prosegue, dato che questo è un premio per tutti i venezuelani. Non appena arriverò, potrò abbracciare tutta la mia famiglia e i miei figli che non vedo da tre anni, così come tanti venezuelani, norvegesi, che conosco e che condividono la nostra lotta».

La cerimonia nel Municipio di Oslo ha avuto una connotazione politica. Il presidente del comitato per il Premio Nobel per la Pace, Jorgen Watne Frydnes, durante la cerimonia di premiazione in onore, ha esortato il presidente venezuelano Nicolas Maduro a prendere atto della sconfitta elettorale del 2024 e a dimettersi.

«Maduro – ha detto tra gli applausi Frydnes -, accetta i risultati delle elezioni e dimettiti. Poni le basi per una transizione pacifica verso la democrazia. Perché questa è la volontà del popolo venezuelano».

Il discorso di accettazione del Nobel per la Pace è stato letto dalla figlia di Machado, Ana. «Il Venezuela – ha scritto Maria Corina Machado - è nato dall'audacia, plasmato dall’intreccio di popoli e culture. Dalla Spagna abbiamo ereditato una lingua, una cultura e una fede che si fondono con le radici ancestrali indigene e africane. Nel 1811, abbiamo redatto la prima Costituzione del mondo ispanofono, una delle prime Costituzioni repubblicane sulla Terra, affermando l’idea radicale che ogni essere umano porta una dignità sovrana. Questa Costituzione sanciva la cittadinanza, i diritti individuali, la libertà religiosa e la separazione dei poteri».

La parte più toccante del discorso ha riguardato le condizioni di vita dei venezuelani sotto il regime di Maduro, che ha vanificato il lavoro per creare la democrazia più stabile dell’America Latina. Prima con Chavez, poi con Maduro, il Venezuela è caduto in disgrazia. Le elezioni presidenziali truccate del 2024 sono un esempio. «Di fronte alla nostra schiacciante vittoria – si legge nel discorso di Machado -, il regime ha emesso un ordine disperato: i soldati dovevano espellere i nostri volontari dai seggi elettorali e impedire loro di ricevere i fogli di conteggio originali a cui avevano legalmente diritto. Ma i soldati hanno disobbedito. Edmundo Gonzalez ha vinto con il 67% dei voti, in ogni Stato, città, villaggio. Ogni singolo foglio di conteggio raccontava la stessa storia. Nel giro di poche ore, sono stati digitalizzati e pubblicati su un sito web, affinché tutto il mondo potesse vederli. La dittatura ha risposto con il terrore. Oltre 2.500 persone sono state rapite, sono scomparse, sono state torturate. Sacerdoti, insegnanti, infermieri, studenti, chiunque avesse condiviso un foglio di conteggio, è stato braccato. Si tratta di crimini contro l’umanità, documentati dalle Nazioni Unite. Terrorismo di Stato, utilizzato per seppellire la volontà del popolo». Chissà se il Premio Nobel per la Pace contribuirà a far voltare pagina al Venezuela.