Secondo un alto funzionario di Hamas citato dall’Afp, Israele rilascerà circa 2.000 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi vivi nelle prossime 72 ore. L’intesa, parte della prima fase dell’accordo di pace firmato al Cairo, è stata «concordata anche con le altre fazioni palestinesi» e prevede «garanzie dirette del presidente Donald Trump e dei mediatori internazionali». Tra i detenuti che saranno liberati figurano 250 ergastolani e circa 1.700 persone arrestate dall’inizio del conflitto. Fonti palestinesi, citate dal canale saudita Al-Sharq, riferiscono che lo scambio avverrà entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’accordo, che sarà ratificato da Israele nei prossimi giorni. Un altro canale saudita, Al-Hadath, precisa che il conto alla rovescia inizierà solo dopo il ritiro programmato delle truppe israeliane da Gaza, secondo le linee concordate durante i colloqui in Egitto.

L’accordo include anche misure umanitarie immediate. Secondo quanto riportato dalle fonti palestinesi: Le forze israeliane si ritireranno dal valico di Rafah e dalle aree circostanti. Il valico sarà riaperto in entrambe le direzioni, permettendo il transito di civili, pazienti e feriti palestinesi diretti in Egitto per cure mediche.

Nei primi cinque giorni di cessate il fuoco entreranno almeno 400 camion di aiuti umanitari al giorno nella Striscia di Gaza, destinati ad aumentare progressivamente. È previsto il ritorno immediato degli sfollati dal sud verso Gaza City e il nord della Striscia. La fonte di Hamas ha sottolineato che l’accordo è stato siglato con garanzie di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia, e che il presidente Trump ha assunto un ruolo diretto nella supervisione della fase di attuazione.