L’attacco israeliano del 13 giugno 2025 contro siti nucleari e militari in Iran è l’ultimo episodio di una crisi che ha radici profonde. La sequenza degli eventi inizia con l’offensiva di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 e si sviluppa in un crescendo di provocazioni, raid mirati ed eliminazioni eccellenti che hanno trasformato lo scontro ideologico in un conflitto strategico diretto.

Appoggio a Hamas

Già l’8 ottobre 2023, l’allora presidente iraniano Ebrahim Raisi dichiarava: «L’Iran sostiene la legittima difesa della nazione palestinese». Pochi giorni dopo, Benjamin Netanyahu accusava Teheran: «Il 90% del bilancio militare di Hamas proviene dall’Iran». Le parole si sono presto trasformate in azioni.

Eliminazioni mirate e l’attacco al consolato

Il 25 dicembre Israele colpiva in Siria uccidendo Razi Mousavi, comandante dei Pasdaran. Un mese dopo, altri cinque membri venivano eliminati a Damasco. Ma è il 1 aprile 2024 che si consuma una delle svolte più gravi: un attacco aereo israeliano distrugge il consolato iraniano a Damasco. Teheran parla di atto terroristico, con sette vittime tra cui due ufficiali di alto rango.

Teheran attacca direttamente Israele

Il 13 aprile 2024, per la prima volta dal 1979, l’Iran lancia droni e missili contro Israele. I sistemi di difesa, supportati da Stati Uniti e alleati, neutralizzano gran parte della minaccia. Sei giorni dopo, esplosioni a Natanz e Isfahan fanno sospettare sabotaggi israeliani.

Obiettivi sensibili colpiti, morti i leader di Hamas e Hezbollah

Il 31 luglio 2024 viene assassinato a Teheran Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas. Il 27 settembre, tocca al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso in un raid a Beirut. L’Iran risponde il 1 ottobre con decine di missili, intercettati in gran parte.

L’attacco del 13 giugno 2025

Alle prime ore del 13 giugno, l’operazione “Rising Lion” colpisce duramente l’Iran: bombardamenti su Natanz e altri obiettivi causano almeno cinque vittime tra ufficiali e scienziati. L’Iran reagisce con 100 droni, Israele rafforza le difese. Netanyahu esulta: «Attacco riuscito». Khamenei risponde: «Punizione severa».

L’Aiea conferma i raid su Natanz ma esclude fughe radioattive. Gli Stati Uniti si dichiarano estranei ma rafforzano la presenza militare nella regione. Intanto, il prezzo del petrolio cresce dell’8%, mentre la Farnesina invita alla massima prudenza gli italiani nell’area.