Israele ha lanciato un attacco aereo preventivo contro l’Iran, colpendo installazioni nucleari, obiettivi militari e figure di spicco del regime di Teheran. L’operazione, denominata “Rising Lion”, ha avuto come bersaglio il sito di Natanz e altre aree sensibili, causando la morte di almeno cinque persone e decine di feriti, tra cui anche civili. Secondo fonti ufficiali israeliane, tra le vittime ci sarebbero il comandante dei Pasdaran Hossein Salami e il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l’attacco «un grande successo» e ha ribadito che Israele ha agito per «colpire il cuore del programma nucleare e missilistico iraniano», eliminando scienziati e comandanti impegnati nello sviluppo della bomba atomica.

La Guida Suprema Ali Khamenei ha promesso una “dura punizione” e definito l’attacco «una minaccia all’esistenza stessa dell’Iran». In risposta, Teheran ha lanciato oltre 100 droni verso Israele, secondo quanto confermato dal portavoce delle IDF, generale Effie Defrin. Lo stato ebraico è in massima allerta: chiuso l’aeroporto Ben Gurion e imposte misure di emergenza per la popolazione.

Negli Stati Uniti, Donald Trump ha confermato di essere stato informato da Israele prima del raid, pur sottolineando che gli USA non hanno preso parte all’operazione. Il segretario di Stato Marco Rubio ha ribadito che non vi è stato coordinamento con Washington, mentre il Centcom è in stato di massima allerta per possibili escalation.

Anche il contesto internazionale è teso: la Giordania ha minacciato ritorsioni per ogni violazione del proprio spazio aereo, mentre l’Arabia Saudita ha condannato l’azione come “una chiara violazione del diritto internazionale”. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha replicato che Israele ha il dovere di difendersi e che il regime iraniano «da decenni lavora per annientare Israele».

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha confermato l’attacco a Natanz ma non ha rilevato aumenti anomali delle radiazioni. La Farnesina segue con attenzione l’evolversi della situazione per tutelare i cittadini italiani presenti nell’area.

Intanto, l’Iran ha annullato la partecipazione ai negoziati diretti con gli Stati Uniti previsti a Muscat, affermando che «solo un idiota può pensare che l’attacco non fosse stato concordato con Washington».