La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ha accusato Israele di aver violato gravemente la libertà di stampa dopo la morte di cinque operatori dell’informazione a Gaza. Secondo l’esercito israeliano, si è trattato di un’“uccisione mirata” che ha colpito i giornalisti di Al-Jazeera Anas Al-Sharif e Muhammad Karika, insieme ai cameramen Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa, mentre si trovavano in una tenda stampa all’esterno dell’ospedale Shifa.

Israele sostiene che Al-Sharif fosse a capo di una cellula di Hamas, ma – denunciano la segretaria generale Alessandra Costante e il presidente Vittorio di Trapaninon sono mai state fornite prove credibili.

La richiesta di un’indagine internazionale

La Fnsi sottolinea che non è la prima volta che Israele giustifica l’uccisione di reporter con accuse di complicità con Hamas, ma questa volta “ha individuato l’obiettivo militare per nome”. Per questo, il sindacato dei giornalisti chiede che le prove vengano rese pubbliche e che la Corte penale internazionale apra un’indagine.

«In assenza di prove – avverte la Fnsi – si tratterebbe di una confessione di violazione della libertà di stampa e di un crimine di guerra sancito dalle leggi nazionali e internazionali».