La nave ammiraglia della Global Sumud Flotilla, la Family Boat, su cui viaggia anche l’attivista Greta Thunberg, è stata colpita nella notte con un attacco incendiario, perpetrato probabilmente da un drone, mentre si trovava ancorata nella rada del porto tunisino di Sidi Bou Said.

«La Global Sumud Flotilla (GSF) conferma che una delle imbarcazioni principali che trasportava membri del comitato direttivo della GSF, è stata colpita da quello che si sospetta essere un drone», hanno scritto gli organizzatori in una dichiarazione pubblicata sui social media. L’attacco, verificatosi poco dopo mezzanotte, non ha provocato vittime né feriti e, come mostrato da alcune fotografie, ha danneggiato parte della coperta dell’imbarcazione.

Oltre alla dichiarazione gli organizzatori hanno pubblicato un video che mostrerebbe la nave Family mentre viene colpita a prua da quella che potrebbe essere polvere esplosiva industriale, composto chimico che in caso di dispersione in atmosfera può dare origine a incendi o esplosioni, largamente utilizzata dall’industria alimentare. Durante la conferenza stampa convocata dal direttivo della GSF il portavoce Ghassen Henchiri ha dichiarato di aver visto «un drone» sorvolare l’imbarcazione, da cui è stato «sganciato» qualcosa che esplodendo ha causato un incendio sulla barca.

La Family boat batte bandiera portoghese e la deputata lusitana e coordinatrice del blocco di sinistra, Mariana Mortagua, nel corso di un’intervista all’emittente televisiva portoghese Sic ha detto che si è trattato di un attacco dal chiaro scopo «intimidatorio», chiedendo «una risposta della comunità internazionale» e chiarendo che l’aggressione «non fermerà la missione umanitaria». Le autorità tunisine hanno negato qualsiasi coinvolgimento e che si sia trattato di un «atto ostile». «Secondo i primi accertamenti», ha dichiarato il portavoce della Guardia nazionale tunisina, Eddine Jebabli, all’Afp, «si è verificato un incendio nei giubbotti di salvataggio di un’imbarcazione ancorata a 50 miglia dal porto di Sidi Bou Said e proveniente dalla Spagna. Le indagini sono in corso e non sono stati rilevati droni»

Sull’accaduto il governo di Bruxelles, tramite il suo ministro degli Esteri, Maxime Prevot, ha chiesto che venga istruita «un’indagine completa e trasparente sull’incidente di Tunisi e chiediamo di garantire la sicurezza di tutti i membri dell’equipaggio».

Nel frattempo, dall’altra parte del mar Mediterraneo, le Idf hanno ordinato «l’evacuazione di tutti i residenti nella città di Gaza e in tutte le sue aree» tramite il lancio di volantini sulla città e messaggi sui cellulari. «A tutti i residenti di Gaza City e di tutti i suoi quartieri, dalla Città Vecchia e dal quartiere di Tufah a est fino al mare a ovest, l’Idf è determinato a sconfiggere Hamas e agirà nell’area di Gaza City con grande forza, come ha fatto in tutta la Striscia di Gaza», recita il messaggio, «Per la tua sicurezza, evacua immediatamente attraverso l’asse Al-Rashid verso la zona umanitaria di Mawasi», e si conclude con l’indicazione di un numero da contattare «per segnalare i posti di blocco istituiti da Hamas o i suoi tentativi di impedire l’evacuazione».

Secondo alcuni media vicini al Movimento centinaia di residenti di Gaza City sarebbero scesi in strada a protestare contro l’evacuazione ordinata dalle Idf esibendo cartelli con la scritta «Non ce ne andremo». Prima dell’ottobre del 2023 Gaza city contava più di due milioni di residenti e secondo le stime circa un milione di palestinesi risiederebbero ancora in città.

L’ordine è stato dato nonostante Israele sembra abbia accettato la proposta di tregua avanzata da Trump. «È in conformità con i principi stabiliti dal gabinetto di sicurezza», ha annunciato riferendosi alla proposta il ministro degli Affari esteri israeliano, Gideon Sa’ar, nel corso di un incontro con il primo ministro croato, Andrej Plenkovic, a Zagabria. Sa’ar ha detto che la guerra per Israele «può finire subito», a condizione che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e Hamas deponga le armi. «Il disarmo di Hamas assicura un futuro migliore per gli abitanti di Gaza, per i palestinesi», ha aggiunto il ministro della Difesa, Israel Katz, definendo il Movimento islamista «un problema per tutta la regione».

L’accettazione della proposta da parte di Israele era stata annunciata da Trump nel corso della finale degli Us Open, anche se il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, non ha ancora convocato una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere la proposta Usa. In base a quanto riportato dall’emittente israeliana Channel 12 la proposta prevede il rilascio di tutti gli ostaggi, la resa incondizionata di Hamas e include una clausola opzionale di ritiro delle Idf dalla Striscia che permetterebbe ad Israele di mantenere le proprie forze a Gaza fino al momento in cui il nuovo governo sia ritenuto in grado di garantirne la sicurezza. La clausola è stata definita una «trappola» da Hamas in quanto permetterebbe ad Israele di porre un veto sul ritiro delle proprie forze dalla Striscia e sulla composizione e configurazione del futuro governo di Gaza.