La Global Sumud Flotilla si trova a circa 130 miglia nautiche da Gaza, ormai in prossimità dell'area ad alto rischio. L'attivista Maso Notarianni, a bordo dell'imbarcazione Arci Karma, ha confermato l'alta tensione in un collegamento con RaiNews24: «Non arriveremo a Gaza ovviamente, siamo convinti che ci fermeranno prima. Poi se succede il miracolo, arriveremo domani pomeriggio più o meno».

L'attivista ha denunciato tentativi di sabotaggio e intimidazione: «Abbiamo avuto un 'jamming', ovvero ci hanno interrotte le comunicazioni per più di mezz'ora. Alcune imbarcazioni, prima dell'alba, hanno circondato la nave 'madre' della Flotilla, Alma, ma non hanno ancora fatto l'abbordaggio».

L'account ufficiale della missione ha confermato che una nave militare israeliana si è avvicinata alle imbarcazioni «intimidendo, danneggiando i nostri sistemi di comunicazione ed eseguendo manovre molto pericolose» attorno alle navi capofila Alma e Sirius. Il fatto che gli attivisti abbiano applicato i protocolli di sicurezza in preparazione a un possibile abbordaggio indica l'imminenza dell'azione militare.

Nonostante il rischio, le circa 45 imbarcazioni hanno proseguito la navigazione, ignorando il secondo alert della nave militare italiana Alpino al limite delle 150 miglia, che ha ribadito che non avrebbe proseguito oltre la zona di esclusione.

Meloni contro gli attivisti per l'«escalation»

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha intensificato la sua posizione contro la missione, accusando apertamente gli attivisti di voler far saltare il fragile piano di pace. «Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti». Meloni ha replicato duramente, tramite X, alla Flotilla che l'aveva accusata di considerare un pericolo i civili: «La verità è semplice: quegli aiuti possono essere consegnati senza rischi attraverso i canali sicuri già predisposti. Insistere nel voler forzare un blocco navale significa rendersi - consapevolmente o meno - strumenti di chi vuole far saltare ogni possibilità di un cessate il fuoco. Perciò risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l'escalation. E non strumentalizzate la popolazione civile di Gaza se non vi interessa davvero il loro destino».

Il deputato del PD a bordo, Arturo Scotto, ha respinto l'accusa, definendola «profondamente manipolatoria»: «Non sono mai stato strumento di qualcun altro... Giorgia Meloni non si permetta di dire cose che non sono vere: questa è una missione umanitaria, non ha mai fatto male a nessuno una missione umanitaria».

Mobilitazione a terra: studenti e sindacato in azione

Parallelamente allo scontro in mare e politico, in Italia cresce la mobilitazione civile a sostegno della missione. Le sedi di Palazzo Giusso (L’Orientale) e Porta di Massa (Federico II) a Napoli sono state occupate da studenti che chiedono un embargo militare verso Israele e la cessazione di collaborazioni tra gli atenei e le istituzioni israeliane. Gli studenti denunciano: «È vergognoso che il governo Meloni e i nostri atenei non si siano ancora espressi contro il genocidio».

Gli studenti del liceo Cavour di Roma, aderenti a OSA, hanno esposto uno striscione vicino al Colosseo: «Giù le mani dalla Flotilla», affermando di essere pronti a «bloccare tutto nel momento in cui verrà bloccata la Flotilla». Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra) ha sostenuto che la mobilitazione dal basso è necessaria perché «i governi si sono girati dall'altra parte», evidenziando che il governo israeliano ha bloccato anche aiuti contenenti «miele e biscotti».

Nonostante l'appello alla cautela da parte del Governo Spagnolo, che ha inviato la nave militare Furor ma ha escluso l'ingresso nella zona di esclusione, gli attivisti proseguono determinati la rotta verso Gaza.