La crisi nel Baltico torna ad accendersi dopo la violazione dello spazio aereo estone da parte di tre caccia russi Mig-31. Tallinn ha reagito convocando urgentemente le consultazioni con gli alleati, invocando l’Articolo 4 del Trattato dell’Alleanza Atlantica, che prevede colloqui immediati quando un Paese membro ritiene minacciata la propria sicurezza o integrità territoriale. I colloqui si terranno domani e rappresentano la terza volta dall’inizio della guerra in Ucraina che l’Articolo 4 viene attivato, la nona nella storia della Nato.

Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha sottolineato la solidità della cooperazione con Washington e i Paesi alleati. «Abbiamo sia un sostegno finanziario che una cooperazione concreta, che comprende le esercitazioni militari. Ospitiamo truppe statunitensi e abbiamo sviluppato capacità di difesa come i sistemi Himars», ha dichiarato. Sul rapporto fra Putin e Trump, il ministro ha osservato: «Il risultato dell’incontro in Alaska è che il capo del Cremlino è uscito dall’isolamento, ma con noi europei non funziona: siamo più uniti di prima». Anche il presidente americano Donald Trump ha commentato lo sconfinamento dei jet russi: «Non ci piace», ha detto ai giornalisti prima di partire per i funerali dell’attivista Charlie Kirk in Arizona.

Intanto la ministra degli Esteri albanese Elisa Spiropali ha avuto un colloquio telefonico con Tsahkna, esprimendo solidarietà e sottolineando l’impegno comune a rafforzare la cooperazione bilaterale e in seno all’Alleanza. Il ricorso all’Articolo 4 non implica l’intervento militare, ma resta un passo rilevante sul piano politico e diplomatico. Diverso l’Articolo 5, che sancisce la difesa collettiva in caso di attacco armato a un Paese membro: un meccanismo invocato una sola volta, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.