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Funerali di Charlie Kirk a Glendale
Decine di migliaia di persone hanno affollato lo State Farm Stadium di Glendale per l’ultimo saluto a Charlie Kirk, l’attivista e podcaster statunitense ucciso il 10 settembre nello Utah durante un dibattito con studenti della Utah Valley University. Una cerimonia solenne, segnata dalla presenza del presidente americano Donald Trump, che ha reso omaggio alla figura del fondatore di Turning Point USA.
Dal palco dello stadio, il leader della Casa Bianca ha definito Kirk «un martire per la libertà dell’America». «So di parlare a nome di tutti quando dico che nessuno di noi dimenticherà mai Charlie – e nemmeno la storia lo dimenticherà», ha dichiarato Trump, accolto da applausi scroscianti.
«Un proiettile per tutti noi»
Trump ha descritto l’assassinio di Kirk come un attacco a tutto il movimento conservatore: «La pistola era puntata contro di lui, ma il proiettile era mirato a tutti noi». L’ex presidente ha insistito: «Charlie è stato ucciso per aver espresso le stesse idee in cui crede la maggioranza di questo Paese. L’assassino ha fallito, perché il suo messaggio non sarà mai messo a tacere». Il presidente ha quindi definito l’attivista «un uomo ucciso violentemente perché parlava in nome della libertà, della patria e del buonsenso». L’assassino, ha aggiunto, è «un mostro radicalizzato». Trump ha anche annunciato che conferirà a Kirk la medaglia d’onore civile, «l’onorificenza più importante del nostro Paese».
Tra i momenti più intensi della cerimonia, le parole della moglie Erika Kirk, nuova guida di Turning Point. «Mio marito Charlie voleva salvare i giovani, proprio come quello che gli ha tolto la vita», ha detto in lacrime. «Lo perdono», ha aggiunto rivolgendosi all’assassino, suscitando commozione tra i presenti.