Il governo di Tripoli prova a rimettere ordine in uno dei comparti più delicati dello Stato libico. Dopo l’arresto dell’ex direttore della polizia giudiziaria Osama Najim Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale, il premier Abdulhamid Dabaiba ha presieduto una riunione mirata a ridefinire priorità, responsabilità e direzione politica del corpo, segnando una nuova fase nella gestione della sicurezza interna.

All’incontro, che ha visto la partecipazione del sottosegretario alla Giustizia Ali Ishtiwi e del capo della polizia giudiziaria Abdul Fattah Dabboub, il premier ha richiesto un quadro aggiornato delle criticità che frenano il funzionamento del settore. La destituzione di Almasri ha fatto emergere una rete di poteri opachi che il governo intende smantellare in modo sistematico.

Secondo la nota ufficiale diffusa dal Governo di unità nazionale, l’obiettivo è garantire un riassetto interno capace di superare anni di gestione frammentaria. Le difficoltà operative, dai ritardi nella gestione dei compiti alle carenze strutturali, sono state poste in cima all’agenda dei lavori.

Dabaiba ha chiesto espressamente un miglioramento del coordinamento tra dipartimenti, un nodo che da tempo ostacola il funzionamento della macchina giudiziaria. Il premier ha parlato di «strozzature amministrative» ancora presenti e della necessità di eliminarle per dare maggiore snellezza ai processi decisionali. Il generale Dabboub ha presentato un rapporto dettagliato sulle condizioni operative del personale, evidenziando carenze logistiche, criticità nelle dotazioni e necessità urgenti per garantire un ambiente di lavoro dignitoso. Elementi che il governo considera centrali per stabilizzare il settore e restituire credibilità alle istituzioni.

La riunione ha affrontato anche il tema delle strutture di detenzione, uno dei terreni più sensibili nel quadro libico. La bozza del programma di lavoro prevede interventi di riqualificazione degli istituti di correzione, con l’obiettivo dichiarato di allinearli agli standard internazionali sui diritti umani. Un passaggio significativo in un Paese che negli ultimi anni ha affrontato ripetute denunce da parte di organismi internazionali per le condizioni dei detenuti e per la frammentarietà della gestione delle carceri.