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Manifestazione contro gli attacchi israeliani all'Iran a Islamabad in Pakistan
Ancora attacchi incrociati tra Israele e Iran nella notte, mentre le tensioni continuano ad aumentare a livello internazionale. Le sirene d’allarme sono tornate a suonare nel nord e nel centro di Israele, mentre l’esercito israeliano ha risposto con raid missilistici diretti su Teheran.
Il nuovo scambio di fuoco avviene all’indomani delle parole del presidente americano Donald Trump, che ha dichiarato di non escludere l’intervento militare statunitense al fianco di Israele, sollecitando la “resa incondizionata” della guida suprema iraniana Ali Khamenei.
È stato proprio Khamenei a rispondere pubblicamente con un messaggio diffuso sui social: «La battaglia ha inizio», ha scritto. Il post, tradotto da Iran International, contiene anche il riferimento storico “Ali ritorna a Khaybar”, evocando la conquista della roccaforte ebraica da parte dell’imam Alī nel VII secolo. Un’immagine allegata raffigura un uomo con la spada che avanza verso una fortezza in fiamme: un chiaro messaggio simbolico di guerra religiosa e politica.
Raid su Teheran, esplosioni su Tel Aviv
L’aeronautica militare israeliana ha confermato di essere in azione con attacchi multipli sull’area di Teheran. Nel frattempo, la Times of Israel riporta forti esplosioni udite nel cielo di Tel Aviv, mentre l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha ordinato alla popolazione civile di cercare rifugio nei bunker antiaerei. Poco dopo, le stesse forze israeliane hanno riferito di nuovi lanci di missili balistici dall’Iran, costringendo a rinnovare gli allarmi anche nel centro e nel nord di Israele.
La notte è stata segnata da un continuo rimbalzo di attacchi e controattacchi, con decine di sirene d’emergenza attivate in tutto il Paese.
Contatto diretto Trump-Netanyahu
In questo contesto di tensione crescente, è stato confermato un colloquio telefonico tra Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano Haaretz. I contenuti della conversazione non sono ancora noti, ma l’iniziativa conferma il coinvolgimento attivo della Casa Bianca nella gestione della crisi.