La giudice federale Allison Burroughs ha prorogato fino al 23 giugno il blocco temporaneo del provvedimento con cui l’amministrazione Trump intendeva vietare l’ingresso negli Stati Uniti agli studenti stranieri ammessi all’Università di Harvard. Lo riporta Axios. La misura, già sospesa il 5 giugno su richiesta dell’università, sarebbe scaduta il 13 giugno. Ma dopo l’udienza di lunedì, Burroughs ha deciso di estendere lo stop, accogliendo le nuove argomentazioni legali presentate da Harvard.

Durante l’udienza, l’avvocato dell’ateneo Ian Gershengorn ha accusato l’ex presidente Trump di aver «usato gli studenti internazionali come pedine», sostenendo che le restrizioni rappresentano una vendetta politica per i ripetuti dissensi dell’università con la linea governativa. «L’amministrazione ha oltrepassato la sua autorità», ha detto Gershengorn, ribadendo che il provvedimento danneggia la missione globale di Harvard.

Il provvedimento contestato è solo l’ultimo capitolo di un braccio di ferro che va avanti da mesi. Dopo le tensioni su presunte derive ideologiche e casi di antisemitismo tollerati, secondo l’accusa repubblicana, l’amministrazione Trump aveva già tagliato oltre 2,6 miliardi di dollari in fondi per la ricerca e minacciato la revoca dell’esenzione fiscale per l’università.

Il punto di svolta è arrivato a maggio, quando il Dipartimento della Sicurezza Interna guidato da Kristi Noem ha revocato a Harvard la certificazione per il Programma studenti e visitatori di scambio. Il motivo? Una risposta giudicata “insufficiente” alla richiesta di documenti su presunte attività illecite compiute da alcuni studenti stranieri.

Secondo Harvard, il danno reputazionale è stato immediato e profondo. «Senza i suoi studenti internazionali, Harvard non è Harvard», si legge nel ricorso presentato in tribunale. Le restrizioni colpiscono in modo particolare le scuole di specializzazione, che fanno ampio affidamento su studenti provenienti dall’estero. Alcune università, tra cui due istituti di Hong Kong, si sono già offerte di accogliere gli studenti respinti.

Il presidente dell’università, Alan Garber, ha ribadito l’impegno contro l’antisemitismo, ma ha chiarito che Harvard non rinuncerà ai propri «principi fondamentali». Ora la parola passa di nuovo alla giudice Burroughs, che dovrà decidere se rendere permanente la sospensione del provvedimento.