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Iniziative sul fine vita
La Sardegna si avvia verso l’approvazione di una legge sul fine vita. Lo ha annunciato la presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Carla Fundoni, medico e promotrice del provvedimento. «Abbiamo concluso le audizioni – ha dichiarato – e da domani inizieremo la discussione generale. Ritengo che prima della pausa estiva la Sardegna potrà avere una legge sul fine vita, equilibrata e capace di tener conto delle diverse posizioni emerse».
Durante l’ultima seduta, il professor Giuseppe Castello, docente di bioetica alla Pontificia Facoltà della Sardegna, ha sottolineato la necessità di superare il presunto conflitto tra visione laica e confessionale. «Esistono approcci utilitaristici e personalistici – ha detto – ma in una democrazia il bene della vita deve convivere con il valore della libertà. Il diritto alla morte non può essere assoluto: lo dimostra il fatto che non prevediamo la pena di morte».
Castello ha sollevato anche una provocazione: «Se il corpo è mio, perché mai non dovrei avere anche il diritto di disporne economicamente, ad esempio vendendo un rene?». Secondo il docente, è fondamentale valutare con attenzione le motivazioni reali di chi chiede l’assistenza al suicidio. «Spesso si tratta di persone che vivono grandi sofferenze, ma bisogna capire se la richiesta nasce dalla malattia o da altri fattori psicologici o sociali».
Un altro nodo centrale riguarda le cure palliative. «È inaccettabile – ha evidenziato – che non siano garantite a tutti sull’intero territorio regionale, inclusi i bambini». La commissione Sanità tornerà a riunirsi domani alle 15:30 per l’esame degli articoli e il voto sul testo, che potrebbe arrivare in Aula nelle prossime settimane per l’approvazione definitiva.