«Ora posso morire tranquilla», con queste parole Dina Melpomeni, un' anziana signora greca di 94 primavere, dopo più di 70 anni si è finalmente riunita con coloro che hanno segnato la sua esistenza e con i quali è legata indossolubilmente. Domenica scorsa infatti ha potuto riabbracciare presso il Museo dell'Olocausto di Gerusalemme, Sarah Yanai e Yossi Mor, due fratelli ebrei che ha salvato dalla persecuzione nazista durante la seconda guerra mondiale.

Una cerimonia toccante che ha coinvolto non soltanto i protagonisti diretti della vicenda ma anche i 40 tra figli e nipoti che hanno voluto conoscere e stringere la donna.

«Non ci sono parole per descrivere questo sentimento» - ha detto ai giornalisti Yanai - «è molto emozionante per noi stare di nuovo insieme. Siamo stati nascosti in casa sua. Ha salvato tutta la mia famiglia. Sei persone... non puoi immaginare quanto sia stato pericoloso per lei, per la sua famiglia, tenerci tutti... Ci hanno salvato la vita.» Dina Melpomeni era soltanto un'adolescente all'epoca, era il tempo dell'occupazione nazista durata dal 1941 al 1944, i rastrellamenti della popolazione ebrea furono incessanti ( ben 80mila morirono nei campi di sterminio soprattutto a Auschwitz- Birkenau) e la stessa sorte stava per toccare anche alla famiglia Mordechai ( sei persone in tutto) che viveva a Salonicco nel 1943.

Dina e le sue due sorelle nascosero i perseguitati dapprima in una moschea turca abbandonata e poi li trasferirono nella loro abitazione quando le SS erano ormai sulle loro tracce. La situazione, se possibile, precipitò ulteriormente nel momento in cui uno dei bambini nascosti si ammalò ma venne portato all'ospedale nonostante il pericolo incombente.

Alla fine il piccolo non sopravvisse, Dina e la sua famiglia riuscirono però a far scappare i Mordechai in diverse destinazioni, dopo la guerra i sopravvissuti si riunirono andando finalmente in Israele. In realtà la signora Melpomeni già nel 1994 è stata insignita dell'onoreficienza “Righteous Among the Nations ”, un titolo attribuito a coloro che hanno contribuito a salvare persone di religione ebraica, sono oltre 27mila coloro che sono stati riconosciuti per questi atti e 355 provengono dalla Grecia.

La riunione avvenuta al museo Yad Yashem però potrebbe essere una delle ultime perchè i protagonisti de quell'epoca, ormai quasi centenari, inevitabilmente stanno venendo meno.

Anzi per Stanlee Stahl, vice presidente esecutivo della Jewish Foundation for the Righteous «questa sarà probabilmente la nostra ultima riunione, a causa dell'età avanzata e della fragilità».