È entrato in vigore alle 20 locali il coprifuoco imposto nel centro di Los Angeles dalla sindaca Karen Bass, e resterà attivo fino alle 6 del mattino. La misura, adottata per contrastare vandalismi e proteste nel cuore della città, sarà rivalutata nei prossimi giorni ma potrebbe restare in vigore a lungo. Sono previste esenzioni limitate per residenti e lavoratori delle aree coinvolte, che riguardano meno di 100mila dei circa quattro milioni di abitanti complessivi della metropoli californiana.

Secondo la sindaca Bass, i danni al centro sono rilevanti: “Ci sono graffiti ovunque”. Intanto, la polizia ha riferito di “decine di arresti” per il mancato rispetto dell’ordine di dispersione. In particolare, le forze dell’ordine sono intervenute su 1st Street, tra Spring e Alameda, dove si erano radunati diversi gruppi di manifestanti.

La tensione si riflette anche a livello politico. La Casa Bianca ha attaccato duramente il governatore della California Gavin Newsom per le sue affermazioni sulla “democrazia sotto attacco”. La vice portavoce Abigail Jackson ha reagito via X: “Manuale Newsom 101: dare la colpa a Trump. Patetico e prevedibile”.

In parallelo, l’Agenzia federale per l’immigrazione (ICE) ha condotto una maxi retata in uno stabilimento di carne a Ohama, in Nebraska. Tra le 75 e le 80 persone sarebbero state fermate in quella che il Dipartimento per la Sicurezza interna ha definito la più ampia operazione di verifica occupazionale mai condotta nello Stato dal secondo mandato di Trump. La Glenn Valley Foods, azienda coinvolta, sostiene di aver sempre usato il sistema “E-Verify”, ma gli agenti avrebbero scoperto 107 lavoratori con documenti falsi.