Alla vigilia del primo anniversario dell'invasione russa in Ucraina, il presidente Usa, Joe Biden, ha fatto una visita a sorpresa a Kiev. La prima visita da quando è cominciata la guerra e in tutto il Paese hanno suonato a lungo gli allarmi antiaereo per dargli il benvenuto.

Zelensky ha parlato di “visita storica, tempestiva e coraggiosa” e di “colloqui fruttuosi che avranno un riflesso sul campo di battaglia”.  “Gli Stati Uniti non hanno sostenuto il paese solo con la solidarietà, con le parole ma anche fornendo sistemi di difesa aerea, i missili Patriot, un equipaggiamento cruciale che ha permesso al nostro esercito di difendersi e di resistere”, ha affermato il leader ucraino. “So - ha aggiunto - che ci sarà un pacchetto di misure di sostegno all'Ucraina nelle prossime settimane e questo è un segno chiaro della posizione che hanno deciso di assumere gli Stati Uniti, che ci aiuterà sicuramente a difendere le nostre città, i nostri cittadini dall'aggressione e dall'invasione da parte della Russia e che alla fine ci porteranno alla vittoria”. 

Biden ha preso di mira direttamente il capo del Cremlino, Vladimir Putin: “Si è sbagliato di grosso”, ha detto, per aver pensato che l'Ucraina fosse debole e che l'Occidente non avrebbe risposto perché diviso: “Un anno dopo, Kiev resiste. E l'Ucraina resiste. La democrazia resiste”. “Sono qui per mostrare il nostro fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale della nazione”: questo il messaggio consegnato a Zelensky dal presidente Usa, che ha detto di avere “piena fiducia” nel fatto che l'Ucraina vincerà in quella che è “la più grande guerra sul suolo europeo in tre quarti di secolo”.

Biden ha rimarcato che l'obiettivo di Putin di “cancellare l'Ucraina dalla carta geografica” sta fallendo e aggiunto che decine di migliaia di russi, non solo soldati, sono fuggiti dal Paese “e non solo dall'esercito” perché non vedono “alcun futuro”. E ha annunciato altri 500 milioni di dollari in nuovi aiuti (gli Usa hanno fornito quasi 30 miliardi di dollari nell'assistenza all'Ucraina) e un'altra consegna di armi: munizioni per l'artiglieria, oltre a javelin, obici, radar per sorveglianza aerea (per proteggere il Paese dai missili da crociera russi). Ma non ha menzionato nessuno nuovo tipo di equipaggiamento che l'Ucraina non abbia ricevuto in precedenza. Nessun riferimento neanche ai caccia (Biden ha già escluso l'invio degli F-16) anche se Zelensky ha detto che si è parlato di armi “a lungo raggio”, i missili a cui adesso punta. Il capo della Casa Bianca ha anche promesso nuove sanzioni che saranno annunciate nei prossimi giorni contro l'oligarchia russa e rinnovato il suo impegno a sostenere l'Ucraina “per tutto il tempo necessario”. “Siamo qui per rimanere”, ha aggiunto.

Le sirene anti-missile aerei suonavano quando Biden e Zelensky hanno visitato il monastero dalla cupola dorata vicino alla grande piazza di San Michele, già diventato simbolo della resistenza ucraina alla fine del 2013, quando i monaci avevano accolto i manifestanti di Euromaidan in fuga dalla polizia, dove ci sono i carri armati russi distrutti, e un muro, con le foto di ognuno dei morti, ricorda i soldati caduti combattendo la guerra. Dopo che i due leader hanno deposto una corona americana e una ucraina, una accanto all'altra, nel palazzo presidenziale hanno parlato alla stampa. Poi il presidente, dopo una visita a sorpresa di oltre 4, è ripartito alla volta di Varsavia. Da notare che la tappa del presidente americano nella capitale ucraina coincide con la visita a Mosca del massimo diplomatico cinese, Wang Yi, che potrebbe incontrare lo stesso Putin: sul tavolo la proposta di pace di Pechino a Mosca.

Rabbiosa la reazione della Russia per la quale la visita di Biden sarebbe la dimostrazione che Usa e Nato sono i veri fautori del conflitto, con i propagandisti letteralmente scatenati. Come Boris Rozhin, blogger ultranazionalista vicino al circolo putiniano che vanta oltre un milione di followers il quale prima ha paragonato Biden nientemeno che a Adolf Hitler, poi ha lanciato vere e proprie minacce in stile mafioso: «L’arrivo di Biden a Kiev è dovuto solo al fatto che abbiamo deciso di non sparare a lui e a Zelensky ed è la dimostrazione della forza della Russia».

Parole simili a quelle del politologo Mikhail Tiurenkov, altro maitre à penser del Cremlino: «Biden è pazzo come lo era Hitler quando viaggiò nei territori occupati dell’Urss durante la Grande Guerra Patriottica». Una vera e propria fissazione quella del nazismo e della Seconda guerra mondiale, un mito ancora potente nell’immaginario russo e che Putin ha agitato fin dal primo giorno di invasione, rivendicando la “denazificazione” dell’Ucraina.

Anche Mikhail Sheremet, deputato della Crimea insiste con le improbabili similitudini storiche tra Zelensky e i ferarchi del Terzo Reich: «È la provocazione di due dittatori sanguinari, due criminali di guerra che presto finiranno davanti a un tribunale che li giudicherà per i loro crimini. Quelli come Biden e la sua squadra sono un’infamia del popolo americano, così come i nazisti lo furono di quello tedesco».

Per domani intanto c’è grande attenzione per i discorsi dei due grandi nemici: Biden e Putin, Il primo parlerà da Varsavia e ribadirà la compattezza di Nato e Occidente nel appoggiare l’Ucraina, il secondo si rivolgerà alla nazione a un anno dall’inizio del conflitto e, come sostiene il New York Times, ci sono pochi dubbi che si tratterà di un intervento «molto bellicoso e aggressivo».