Sogni che finiscono nel cassetto, non sogni che si infrangono. Le avvocate ucraine guardano al futuro senza farsi inghiottire dal pessimismo. Molte di loro dallo scoppio della guerra hanno iniziato ad aiutare la popolazione a salvarsi dai bombardamenti e ad inviare beni di prima necessità alle persone che hanno perso tutto. È il caso di Daria Pysarenko, vicedirettrice dell’ong Tomorrow's Lawyer e componente dell’Uba (Ukrainian bar association). «Sin dai primi giorni di guerra – dice Pysarenko -, con una squadra di volontari, abbiamo evacuato le persone da Irpin. La stessa cosa abbiamo fatto a Chernihiv, dove abbiamo effettuato la distribuzione di aiuti umanitari. Qui si sono concentrate migliaia di persone. In molti villaggi le persone sono sopravvissute ad un'occupazione durata oltre un mese. L’invio degli aiuti umanitari è molto difficile. Facciamo i conti con strade distrutte e ponti fatti saltare in aria. Oggi, tutta la nostra attenzione è concentrata sull'aiuto ai militari nell'Ucraina orientale e agli ospedali». Un pensiero l’avvocata Pysarenko lo rivolge alle donne ucraine, madri di famiglia, che hanno abbandonato il Paese: «Tante sono state costrette ad andare all'estero con o senza figli. Noi volontari lavoriamo anche per loro. Stiamo combattendo per la nostra terra e speriamo che possano rientrare presto nell’Ucraina di nuovo libera e sovrana».

Anna Kalinichenko, dello studio Kinstellar, segue dalla Polonia numerose pratiche di cittadini che hanno abbandonato l’Ucraina. «Di recente – afferma – abbiamo iniziato a collaborare con le Nazioni Unite per venire incontro agli ucraini fuggiti all’estero. È un lavoro appagante, perché, da un lato, posso aiutare i miei connazionali fuggiti dalla guerra, dall’altro si possono mettere in campo progetti interessanti in ambito internazionale e sviluppare nuove competenze. Vivere a Varsavia non mi pesa. Ho preferito fare questa scelta e lasciare l'Ucraina perché devo occuparmi di un figlio piccolo».

In questi mesi di guerra tutta l’Europa ha mostrato sostegno e generosità. «Sono impressionata – aggiunge l’avvocata Kalinichenko - dal numero di persone che vogliono aiutare l'Ucraina. Quasi ogni giorno vengono contattata da singoli e da organizzazioni pronte a sostenere il mio Paese. Questa solidarietà è una vera e propria carica di energia, mi sostiene e mi convince in merito al fatto che la nostra vittoria è dietro l'angolo».

Sul cambiamento radicale della propria esistenza riflette l’avvocata Anna Kaminska di Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina. «Prima della guerra – commenta -, ero impegnata in un campo piuttosto ristretto del diritto: la gestione delle crisi aziendali. Quasi tutti i miei clienti sono rimasti a Kharkiv, hanno interrotto le loro attività con inevitabili ripercussioni sul mio lavoro, che è stato temporaneamente sospeso. Con l'inizio della guerra io e tante colleghe siamo costrette a riorganizzare le nostre giornate. Attualmente mi trovo a Dnipro e collaboro con un'organizzazione che aiuta i bambini e le donne che hanno perso la casa. Abbiamo in programma di restaurare un ospedale abbandonato per ospitare i bambini con le loro madri. Tutto si basa sulla forza dei volontari e sugli aiuti finanziari che riusciamo a mettere da parte».

Il lavoro di Kaminska va dalla redazione di contratti di varia tipologia alla raccolta delle donazioni, senza tralasciare la gestione dei social network. «Per me - aggiunge - queste attività non sono nuove, dato che ho lavorato con una fondazione che si occupava di aiuti umanitari. Siamo molto concentrati nel trovare le risorse per il restauro di un intero complesso immobiliare. Il progetto si sta sviluppando ad un ritmo lento, ma costante. Sono comunque fiduciosa». Un altro progetto sta a cuore all’avvocata Kaminska e riguarda chi si trova al fronte. «Abbiamo anche fatto partire – spiega - una fabbrica di abbigliamento per i militari. Ho trovato un negozio nella regione di Kharkiv che aveva bisogno di ordini e sviluppato nuovi modelli di prodotti. Abbiamo acquistato tessuti di qualità e con il coinvolgimento di alcune maestranze abbiamo già realizzato il primo lotto di magliette militari da uomo. Adesso bisogna occuparsi della distribuzione. Parte delle magliette le abbiamo distribuite gratuitamente ai nostri militari. I ragazzi in prima linea nella regione di Kharkiv hanno bisogno di attenzione. Ma non è finita qui. Abbiamo sviluppato un nostro modello di cintura tattica. Nel futuro prossimo passeremo anche alla produzione di calzature militari». Nella nuova vita delle avvocate ucraine l’impegno di quando si indossava la toga è rimasto intatto.