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L’Associazione ProVita&Famiglia ha lanciato una petizione nazionale, accusando l’Università Roma Tre di avere approvato, tramite il suo Comitato etico, una ricerca per bambini transgender, destinata a raccogliere le loro storie e le loro difficoltà di giovanissimi. Diversamente da quello che troviamo scritto su molti giornali, questa ricerca non si pone certamente al di fuori di qualsiasi contesto scientifico già marcato, ma non stupisce che abbia avuto una immediata ricaduta nel mondo politico conservatore che caratterizza l’attuale governo.
L’attuale atmosfera qualora coinvolga vicende sensibilmente etiche e di diversa impostazione, quali ad esempio il contratto di maternità o il discusso farmaco “triptorelina”, non può esimersi da incontrare il mondo della politica. Il vice presidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, ha depositato un’interrogazione al ministero della Università e della Ricerca, On. Anna Maria Bernini, che a sua volta ha dato mandato agli uffici del ministero di contattare l’Università Roma Tre per acquisire in tempi rapidi informazioni sull’iniziativa. La senatrice dei fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni, ha chiesto al Ministero di intervenire dato che «un simile indottrinamento non può essere in tollerato, tanto più quando risultano essere coinvolti minori di 5 anni».
Dunque, qualsiasi ricerca sui minori dovrebbe essere considerata come una forma di “indottrinamento ideologico”, purché questo, attenzione, non venga riconosciuto esclusivamente alle ricerche che coinvolgono i minori transgender. Di contro, non stanno le cose in tal modo e sulla base del principio di uguaglianza e giustizia, i bambini, transgender o meno, hanno il diritto a non essere esclusi dalla ricerca sociale o medica, perché significherebbe discriminarli rispetto agli altri soggetti nella protezione di interessi e diritti fondamentali, quali la vita e la salute.
Possiamo già sottolineare come la sperimentazione nei confronti dei minori sia carente e che spesso i risultati ottenuti nei confronti di una sperimentazione adulta finiscano per essere applicati anche ai minori. Ancor più ridotto sotto il profilo sociologico è lo studio nei confronti della diversità di genere nell’infanzia, gruppo minoritario. La maggior parte delle ricerche proviene dall’ambito clinico e medico, concentrandosi sulla salute mentale di bambini/transgender diverse (TGGD), lasciando sullo sfondo il contesto sociale in cui si muovono. Inoltre, come viene evidenziato nella ricerca, gli studi che riguardano l’infanzia TGGD si sono sviluppati a partire da interviste o sondaggi con genitori e professionisti, perdendo l’opportunità di raccogliere le voci e le prospettive delle persone più giovani.
Nella fattispecie il progetto di ricerca incriminato indica fin dalla sua presentazione l’utilizzo della metodologia costituita dalla Partecipation Action Research, applicata all’infanzia (PAR) e che correttamente usata mira a raccogliere l’esperienza delle persone più piccole, riconoscendo l’importanza di includere la loro voce e il loro punto di vista nella costruzione della società. Il comitato etico di Roma Tre, dunque, nell’esaminare l’opportunità o meno di approvare una ricerca così delicata ha voluto raccomandare e ricordare i quattro principi fondamentali, che sono poi quelli su cui si deve basare la ricerca: il principio di pertinenza; il principio di rigore scientifico; il principio “primum non nocere”; il principio di autonomia.
A fronte, pertanto, delle ormai consuete critiche deontologiche radicali, quali quelle di Provita&Famiglia, formulate con ben poca esperienza dai politici, e dove coinvolti sono valori fondamentali di correttezza scientifica, non possiamo non condividere quanto scritto dal nostro Magnifico Rettore Prof. Massimiliano Fiorucci: «La ricerca scientifica svolta dall’Università non è mai preceduta da una tesi, ma contribuisce eventualmente a formularne, anche di segno diverso. Peraltro, l’Università Roma Tre ha aderito già da tempo al Child Protection Policy, un atto che impegna le università ad agire contro ogni forma di violenza, sfruttamento, oltraggio brutalità fisica o mentale, abbandono o negligenza rivolta ai minori».