PHOTO
IMAGOECONOMICA
Ah, il processo Bibbiano: il film che non finisce mai, la serie tv che tiene incollati i giornali alle loro poltrone di dubbio eterno. Nonostante la sentenza di assoluzione, la totale decostruzione delle accuse sugli affidi illeciti e i dati freddi che smontano ogni teorema complottista, c’è ancora chi, come Il Fatto Quotidiano — e non solo — continua a insinuare che “il numero di affidi era fuori dalla norma”. Perché il processo, in fondo, non conta. Se lo avessero seguito davvero, questi paladini del sospetto avrebbero scoperto qualche cosetta interessante.
Primo: gli affidi sotto indagine non sono aumentati, ma — sorpresa! — addirittura diminuiti. Diminuiti pure gli invii agli psicoterapeuti coinvolti, così come le segnalazioni di abuso. Dati concreti, non chiacchiere da bar, portati alla luce in aula.
Secondo: i testimoni dell’accusa, chiamati a rinforzare l’impianto accusatorio, hanno praticamente smontato la trama. Al punto che le difese, sagge, hanno rinunciato ai propri testimoni, per non appesantire ulteriormente un processo già fragile. Un vero e proprio record, insieme alla lista di testi risultati indagabili. Anche questo pare sia sfuggito a qualcuno.
Terzo e più clamoroso: le storie dei minori coinvolti erano vere e tristi. Ma ai paladini della verità cristallizzata nelle stanze della procura non è mai interessato scavare a fondo. Altrimenti avrebbero scoperto che in nessun caso sono stati i servizi sociali o gli psicologi a parlare di abusi. No: erano le madri, i medici, la scuola, persino i carabinieri. Fatti di cui chiunque segua un processo in presa diretta non può non tenere conto.
Eppure, cosa fanno certi giornali? Non si scusano, non ammettono l’errore, non si rassegnano a correggere una narrazione sbagliata e dannosa per decine di vite. No, preferiscono arrampicarsi su castelli di sospetti tossici. Come se fosse obbligatorio tenere in vita una verità mai esistita. D’altronde, perché far morire un buon mistero quando puoi tenerlo in vita a suon di titoli ad effetto? Così, mentre la giustizia parla, la carta stampata gioca ancora con le vite degli altri. Perché in fondo la verità è noiosa e il sospetto… fa vendere copie.