Era l'agosto del 2024 quando i russi arrivarono a Pokrovsk, e in quei giorni cominciò l'evacuazione degli oltre 50mila residenti. Da allora, a leggere molti giornali italiani, la Russia continua ad avanzare impetuosamente e inesorabilmente. Così impetuosamente che, però, in più di un anno, dalla periferia della cittadina non è riuscita a conquistarla tutta. Nel frattempo, gli ucraini hanno avuto modo di rinforzare le difese arretrate per cui, quando (e se) i russi avranno preso tutte le macerie della fu Pokrovsk si troveranno di fronte linee fortificate molto più agguerrite di quanto non fossero due anni fa. E, nel caso vogliano spingersi oltre Pokrovsk, dovranno mettere in conto altre migliaia di morti, che si aggiungeranno alle migliaia di questi ultimi 16 mesi.

Si capisce perché Putin spinga tanto per vincere la guerra a tavolino: datemi l'intero Donec'k, anche le parti non conquistate, tra le quali, guarda caso, proprio quelle con le linee fortificate in questi mesi. Così, da un lato non sarebbe costretto ad affrontarle e, dall'altro, potrebbe persino utilizzarle (almeno in parte) per difendersi da eventuali futuri contrattacchi ucraini.

È aiutato in questo da Trump, al quale chissà cosa ha promesso in termini di affari personali, sempre che non abbia, come si vocifera da anni, elementi per ricattarlo. Ed è molto aiutato da un'opinione pubblica che, in occidente, e qui da noi in particolare, ancora ritiene che una flatulenza putiniana possa distruggere il mondo invece di limitarsi ad appestare la sua stanza.

Ragioniamo. Se l'esercito russo è così invincibile, se Putin è dotato di flatulenze spaziali, come mai in sedici mesi ancora non è riuscito a conquistare una cittadina più piccola di Viterbo? Cittadina, peraltro, non di importanza decisiva come magari possono esserlo Kharkiv o la stessa Kramatorsk? Perché in quattro anni di guerra le flatulenze spaziali non sono riuscite a conquistare non dico Kyiv, ma le stesse repubbliche di Donec'k e Luhans'k che, è questo è il divertente, Putin aveva già annesso (sulla carta) prima ancora di cominciare l'invasione?

A qualcuno potrebbe cominciare a sorgere un leggero e fantozziano sospetto, e cioè che la Russia non stia per niente vincendo la guerra (ancorché non l'abbia già vinta, come qualcuno sostiene ogni sera nei talk show), ma che si sia infilata in un infernale mattatoio del quale non vede l'uscita se non, appunto, la vittoria a tavolino. Ciò che invece la Russia ha vinto, e con lusinghieri risultati, è la guerra della propaganda, e in particolare qui da noi: la sua narrazione trionfale (variazione sul tema Vincere, e vinceremo) fa presa, viene accettata acriticamente. Non ci si chiede come mai, se abbia già vinto, non riesca a prendere la cittadina (ina ina) di Pokrovsk. Non ci si chiede, quand’anche la prendesse, cosa incontrerebbe dopo. Nulla: la Russia ha vinto, datele quello che chiede.

Non ha vinto in Ucraina, ma rischia di vincere in Italia, e senza sparare un colpo.