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LaPresse
C’era una volta, tanto tempo fa, una fitta schiera di scrittori, artisti, intellettuali che si muovevano in branco, professionisti dell’anatema, del monito e soprattutto del boicottaggio. Alcune fiere del libro erano animate anche da editori minuscoli, creature invisibili che speravano di essere notate almeno da un passante distratto. E ce n’era una, Passaggio al bosco, così piccina che nessuno ne conosceva l’esistenza.
Nell’autunno del 2025 però ci fu la lettera degli ottanta: chiedevano l’esclusione di quell’editore più nero della pece e, come in tutte le fiabe, scambiarono il ranocchio per un drago sputafuoco. In testa al gruppo il fumettista Zerocalcare, maestro dell’arte antica del “non vengo” o dell’assenza etica.
Improvvisamente quella casetta editrice fantanazista che proponeva titoli da videogame fu illuminata da riflettori così potenti da abbagliare perfino i suoi stessi autori. E così, tra lettere aperte e indignazione corale, la creaturina invisibile divenne l’involontaria celebrità della kermesse. In quel mondo antico per diventare famosi non serviva leggere o scrivere libri. Bastavano le polemiche…


