È un protagonista, ma è come quei trequartisti che si assentano per larghi tratti e poi tentano di risolvere la partita con una singola giocata (a volte riuscendoci). Nicola Gratteri esulta, in accordo con il “parlamentino” Anm, per i sondaggi che danno il No in risalita al referendum sulla separazione delle carriere: «Si comincia a prendere posizione: eravamo sotto di 25 punti, adesso siamo sotto di 6, c’è stato un bel recupero e ancora c'è tempo».

Poi però il procuratore di Napoli, nell’incontro convocato ieri mattina con i giornalisti per illustrare un’inchiesta sulle truffe agli anziani, parla come se non fosse il “frontman di fatto” del partito anti-riforma: «Non partecipo né al Comitato del No né agli incontri dell’Anm: la mia storia mi dice di continuare a fare quello che ho sempre fatto, cioè dire quello che penso, a prescindere dalla collocazione e dalle contingenze».

L’uomo di punta del No continua a giocare con il suo stile di sempre, individualista e un po’ brutale. E parrebbe funzionare, se davvero gli orientamenti di voto corrispondessero ai dati raccolti dagli istituti di ricerca. D’altra parte, lo scarto fra sondaggistica e realtà è sempre impossibile da misurare.

A proposito di “trequartisti” e individualismo, nell’intervento di Gratteri c’è spazio per qualche passaggio polemico nei confronti della stampa, che inevitabilmente accentua l’attenzione su di lui in proporzione alla visibilità che lo stesso magistrato calabrese non tende affatto a rifuggere: «Ogni mattina ho almeno 5-6 giornali che mi diffamano, che alterano i numeri come fanno da sempre». E poi: «Se mi costa agire da persona libera? Certo: ogni cosa nella vita ha un prezzo, e questo è il prezzo della mia libertà. Io non mi piego. Ho 67 anni, fra tre anni vado in pensione, potevo tranquillamente stare in zitto ma sono fatto così e non mi giro mai dall'altra parte».

Protagonismo mascherato con la retorica dell’assedio? Al di là delle sottigliezze, l’atteggiamento di Gratteri non è sembrato arrecare danno alla magistratura e alle opposizioni schierate per il No al referendum. Il deputato di Forza Italia Enrico Costa critica l’ultima uscita del procuratore di Napoli («il dottor Gratteri convoca una conferenza stampa in Procura per illustrare l’inchiesta che ha portato a 21 arresti per odiose truffe agli anziani, i giornalisti accorrono in massa» ma lui «cosa fa? Coglie l’occasione per parlare “a margine” di referendum, dei sondaggi, della strategia dell’Anm. Bella coincidenza!».

Può darsi che la sovraesposizione del procuratore sia un po’ il corrispettivo rovesciato di quanto accade nel centrodestra. Che ha individuato il presidente del Comitato unitario per il Sì in tutt’altro genere di profilo, e cioè in Nicolò Zanon, giudice emerito della Consulta, di cui è stato anche vicepresidente. Una figura di avvocato e studioso limpidamente garantista. Zanon una decina d’anni fa è stato anche consigliere laico al Csm: conosce insomma il cuore dell’ordinamento che è oggetto della riforma. È un testimonial credibile, ma certo non sfoggia le semplificazioni suggestive di Gratteri e dell’Anm, non snatura il senso della riforma, né evoca mirabilie che la separazione delle carriere non può promettere, come invece fanno i ministri che ancora agitano lo slogan “chi sbaglia d’ora in poi pagherà”.

Il governo esibisce insomma, almeno in prima linea, uno stile, ora come ora, assai più sobrio, rispetto alla controparte. Al massimo indulge in qualche comoda frecciata nei confronti della magistratura che «così rende impossibile garantire la sicurezza», per citare la reazione di Giorgia Meloni alla liberazione dell’imam di Torino. Ma sui contenuti della riforma Nordio, il centrodestra sembra ormai concentrato in prevalenza sul merito. E la scelta di un giurista come Zanon alla guida del “comitato-ammiraglia” lo conferma. Ora le previsioni sono complicatissime, e nessuno può escludere che, alla fine, una comunicazione più lineare e meno urlata possa valere, per il fronte del Sì, quel piccolo vantaggio necessario a vincere il referendum e portare a casa la separazione delle carriere.