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«Salvaguardare l'indipendenza della magistratura», questo lo slogan prediletto di chi è contrario alla riforma della Giustizia, a partire dall’Anm il cui presidente, Parodi, invita a votare No «perché la riforma che è stata proposta è sostanzialmente un attacco alla indipendenza della magistratura», come ebbe a dichiarare al margine di un convegno tenutosi il 13 novembre a Genova.
Problema: al di là di come la percepiscono i magistrati, i cittadini cosa pensano dell’indipendenza del nostro sistema di Giustizia? Ne pensano maluccio, come riporta il rapporto 2025 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Unione europea preparato da Eurostat. Viene chiesto ai cittadini dei paesi europei di giudicare il grado di indipendenza della giustizia. La media europea registra un valore del 52% di risposte positive (vale a dire persone che hanno giudicato buono o abbastanza buono il grado di indipendenza) e un 37% di negative (cattivo o molto cattivo).
Questo per quanto riguarda la media di tutta l’Unione, ma quando si va a vedere il dato italiano i valori medi europei si ribaltano: il 54% dei nostri concittadini non ritiene che la giustizia sia indipendente contro un 36% che, al contrario, la ritiene tale. Un valore che ci penalizza parecchio: siamo molto giù, a cinque posizioni dal fondo, e precediamo Slovacchia, Polonia, Bulgaria e Croazia, vale a dire solo Paesi un tempo oltrecortina. In testa, come si vede dal grafico riportato di seguito, i Paesi nordici che registrano oltre l’80% di risposte positive.


Pare proprio che ci sia quindi una diversissima percezione del grado di indipendenza della giustizia tra magistrati e cittadini. Gratteri, ad esempio, dichiarò a Repubblica che «il nostro assetto ordinamentale, elaborato dai padri costituenti, è considerato un modello, perché garantisce in toto la separazione dei poteri», e quindi l’indipendenza. Domanda: da chi sarebbe preso a modello? Dai cittadini europei, per esempio tedeschi o olandesi, che ritengono la loro magistratura molto più indipendente della nostra?
Guardando questi numeri non pare proprio che vi sia, al di là delle Alpi, una fame popolare di indipendenza della magistratura che aspetti di essere saziata da un modello italiano al quale proprio gli italiani sembrano accordare ben poca fiducia. Nemo propheta in patria: il nostro sistema è il migliore, il più indipendente, secondo Gratteri, e proprio noi, cittadini italiani, non ce ne accorgiamo. Ma che disdetta, che ingratitudine.
In vista del referendum, per i fautori del No, Anm in primis, si tratta di una difficoltà in più. Chiedono un voto a difesa dell’indipendenza della Giustizia a elettori che, in maggioranza, sono convinti che il sistema, ben lungi dall’essere il modello che il mondo ci invidia, non sia affatto indipendente. Si viaggia su diverse lunghezze d’onda, forse i magistrati hanno un’immagine della Giustizia (e di sé) molto differente da quella che hanno i cittadini, nonché elettori.


