Prima serata. Tg1 del 25 gennaio. Dopo l’apertura con le news sulla guerra in Ucraina, arriva la “pagina” della giustizia. Prima un servizio da Campobello, nell’ex “regno” di Messina Denaro, con i cittadini mobilitati contro l’omertà. Poi la conduttrice del più importante telegiornale italiano annuncia il focus su un «calvario giudiziario»: un’intervista a Marco Sorbara, l’ex consigliere regionale della Valle d’Aosta accusato ingiustamente di concorso esterno.

«Dopo 8 mesi in carcere e i successivi domiciliari, è stato definitivamente assolto», ricorda ancora la giornalista che introduce il servizio. L’intervista fa emergere tutto: anche la prospettiva del “ristoro” per ingiusta detenzione. «Ma non c’è risarcimento che possa ripagarmi davvero», ricorda l’ormai ex politico, passato per quattro anni da incubo, ritratto anche in una breve clip con sotto braccio la mamma, che si era rivolta, disperata, persino a papa Francesco.
Direte: dov’è la notizia? In una notizia data dal Tg1? Ebbene sì: in prima serata, signori, non si parla così spesso di errori giudiziari. Diciamo pure che non se ne parla praticamente mai. E la tivù di Stato già può essere considerata un gradino più su, considerato che negli approfondimenti Rai capita di veder concesso spazio alle vittime di malagiustizia, più che su altre reti. Ma l’intervista a Sorbara nell’edizione del Tg1 di maggiore ascolto va oltre l’ordinario, e bisogna darne atto alla direttrice Monica Maggioni.
È il segno che qualcosa comincia a cambiare davvero, nella percezione della giustizia, nell’idea finora dominante della magistratura infallibile e degli imputati inesorabilmente colpevoli, persino se assolti, nel prevalere insomma della “dottrina Davigo”. Maggioni ha il coraggio di raccontare una giustizia diversa, la sofferenza di chi ne viene stritolato. Merce rara. Verrebbe da credere, da augurarsi, che mentre gran parte dei giornali impallina Carlo Nordio, il guardasigilli che ha il coraggio di sfidare i suoi ex colleghi e il totem delle intercettazioni, mentre il solito circuito mediatico-giudiziario dà addosso all’ex pm eretico, fuori il messaggio del guardasigilli comincia a passare.
E viene da pensare che un miracolo del genere non potesse realizzarsi se non attraverso il contributo di un magistrato controcorrente, il solo modello a cui l’opinione pubblica avrebbe dato credito. Dopodiché conta l’intuito dei singolo, e Maggioni ha avuto il coraggio di sbattere l’innocente in prima pagina, o meglio in prima serata. Qualcosa è cambiato, anche dopo il Tg1 di ieri, mercoledì 25 gennaio.