Il Consiglio dei Ministri ha approvato gli emendamenti al disegno di legge in discussione in Parlamento per la riforma della giustizia. Gli emendamenti conterranno la separazione delle funzioni dei magistrati, la riforma del Csm e lo stop delle porte girevoli.

Bozza Csm, «mai più magistrati in politica»

I magistrati che si sono candidati in competizioni elettorali e non sono stati eletti, per tre anni non possono svolgere funzioni giurisdizionali. La destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina - il divieto di svolgere funzioni giurisdizionali per tre anni - si applica a chi ha rivestito incarichi di capo di gabinetto, segretario generale presso i ministeri o capo dipartimento. Riduzione del numero massimo dei magistrati fuori ruolo (oggi 200). È un principio di delega contenuto nella bozza di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario: si stabilirà poi, con i decreti attuativi, il nuovo numero ridotto dei magistrati fuori ruolo e si dovranno determinare con chiarezza quali sono gli incarichi per cui è previsto il fuori ruolo e quali quelli per cui è prevista l’aspettativa. La bozza prevede inoltre che non si possa andare fuori ruolo non prima di 10 anni di effettivo esercizio delle funzioni giurisdizionali, o se c’è scopertura nell’ufficio di appartenenza. Deve poi intercorrere un periodo di tempo tra un incarico di fuori ruolo e l’altro. Il tempo passato fuori ruolo avrà come limite massimo 10 anni. «I magistrati che hanno ricoperto cariche elettive di qualunque tipo o incarichi di governo (nazionale, regionale o locale) al termine del mandato, non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale». I magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso il Ministero di appartenenza. I magistrati amministrativi e contabili vengono collocati fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Avvocatura dello Stato. Resta la possibilità di assumere altri incarichi fuori ruolo presso altre amministrazioni e di assumere funzioni non giurisdizionali presso le sezioni consultive del Consiglio di Stato, le sezioni di controllo della Corte dei Conti e l’Ufficio del Massimario della Corte di cassazione. Il Consiglio superiore della magistratura torna a essere composto da 30 membri (3 di diritto: Presidente della Repubblica; Primo Presidente di Cassazione; procuratore generale Cassazione; 20 togati; 10 laici) 20 togati (2 legittimità; 5 pm; 13 giudicanti).

I paletti sull'eleggibilità delle toghe

Per cariche elettive nazionali, regionali, province autonome di Trento e Bolzano, Parlamento Europeo, e per gli incarichi di assessore e sottosegretario regionale, si prevede che i magistrati non siano eleggibili nella regione in cui è compreso in tutto o in parte l’ufficio giudiziario in cui hanno prestato servizio negli ultimi tre anni. Lo si legge nella bozza di riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, in cui si prevede inoltre che per le cariche di sindaco/consigliere/assessore comunale, non puoi candidarti se presti servizio o hai prestato servizio nei tre anni precedenti la data di accettazione della candidatura presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente in tutto o in parte nel territorio della provincia in cui è compreso il comune o nelle province limitrofe.

Il "nuovo" sistema elettorale per il Csm

Il sistema elettorale proposto è misto: si basa su collegi binominali, che eleggono due componenti del Csm l’uno, ma prevede una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale. Per le candidature non sono previste le liste: il sistema si basa su candidature individuali. Ciascun candidato presenta liberamente la sua candidatura individuale (senza necessità di presentatori) a livello di collegio binominale.

Per le toghe candidate aspettativa senza assegno

Al momento dell’accettazione di una candidatura in politica i magistrati devono essere posti in aspettativa senza assegni, obbligatoria per l’intero periodo di svolgimento del mandato, con diritto alla conservazione del posto e computo a soli fini pensionistici del periodo trascorso in aspettativa. Lo prevede la bozza di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, in cui vi è anche il divieto di cumulo del trattamento economico in godimento con l’indennità prevista per la carica.

Nuove regole per gli incarichi direttivi

Per l’assegnazione degli incarichi direttivi da parte del Consiglio superiore della magistratura la bozza di riforma prevede la pubblicità degli atti (sul sito intranet del Csm, nel rispetto dei dati sensibili); definizione dei procedimenti, per l’assegnazione degli incarichi direttivi, in base all’ordine temporale di vacanza, salvo deroghe per gravi e giustificati motivi e ad eccezione dei posti di primo presidente e procuratore generale della Cassazione, di carattere prioritario. l’obiettivo dell’intervento è quello di impedire le nomine «a pacchetto» . Previsti anche la selezione di una rosa di candidati sulla base dei curricula seguita da una audizione obbligatoria dei candidati selezionati; il diritto di voto per avvocatura nei consigli giudiziari sulla base di una delibera del consiglio dell’ordine; l’obbligo di partecipazione a specifici corsi organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura, della durata minima di tre settimane anche non consecutive, quale requisito per l’ammissione alla procedura funzionale all’acquisizione di competente organizzative; l’individuazione di un contenuto minimo di criteri di valutazione, per verificare tra l’altro anche le capacità organizzative. L’anzianità sarà considerata un criterio residuale, e si introduce la valorizzazione delle pari opportunità a parità di merito.

Come valutare i magistrati: le linee guida

Valorizzazione della «tenuta dei provvedimenti giuridisdizionali» attraverso l’acquisizione a campione della documentazione necessaria per accertare l’esito dei procedimenti nelle successive fasi di giudizio, articolazione del giudizio positivo relativo alla capacità di organizzazione del lavoro: discreto, buono o ottimo; non solo positivo o negativo. Nella bozza, è inoltre prevista la rilevanza, ai fini della successiva valutazione di professionalità, di condotte di natura disciplinare accertate in via definitiva, nonché il coinvolgimento nelle discussioni di avvocati e professori nei Consigli giudiziari e il voto unitario degli avvocati, in caso di segnalazione da parte del Consiglio dell’ordine degli avvocati in base alla norma contenuta nel decreto legislativo del 2006.