La corsa alla procura di Milano è iniziata ufficialmente ieri, quando la V Commissione del Consiglio superiore della magistratura ha audito i nove magistrati candidati ad occupare la poltrona lasciata a novembre scorso da Francesco Greco. Una poltrona che scotta, data la guerra intestina scoppiata nel Palazzo di Giustizia di via Carlo Freguglia, devastato dai veleni del caso Amara e dagli strascichi del processo Eni. Una procura, soprattutto, che vede sotto inchiesta due procuratori aggiunti (Fabio De Pasquale e Laura Pedio) e due sostituti (Paolo Storari e Sergio Spadaro, attualmente in forza alla procura europea), tutti coinvolti nei casi Eni. A reggere uno degli uffici giudiziari più importanti d’Italia c’è, attualmente, Riccardo Targetti, il cui pensionamento è previsto ad aprile. L’intenzione della Commissione è, dunque, chiudere il capitolo prima di affidare ad un secondo facente funzione la guida della procura, per poi passare ad affrontare un’altra importante pratica, quella della Procura nazionale antimafia. La prospettiva è quella di avviare la discussione in Commissione già giovedì e terminarla a stretto giro, forse anche entro la prossima settimana.

Nuovo procuratore di Milano, chi sono gli aspiranti

Gli aspiranti sono comparsi ieri, in parte in presenza e in parte da remoto, confrontandosi con i consiglieri della Direttivi per venti minuti a testa. Il primo ad essere ascoltato è stato Marcello Viola, procuratore generale di Firenze e candidato anche alla poltrona della procura nazionale antimafia e a quella di Palermo, rimasta vuota dopo la nomina di Francesco Lo Voi a capo dell’ufficio giudiziario di Roma. Un curriculum, il suo, di tutto rispetto - senza contare che il magistrato risulta essere quello più anziano professionalmente -, scartato nella scelta del capo della procura capitolina, vittima dei veleni del caso Palamara. Il suo nome, infatti, era quello tirato in ballo dai partecipanti alla cena all’Hotel Champagne come scelta in discontinuità con l’era di Giuseppe Pignatone. Ma pur essendo totalmente all’oscuro delle manovre alle sue spalle, Viola si è ritrovato presto fuori dai giochi e beffato anche al secondo “turno”, dopo l’annullamento della nomina di Michele Prestipino, ritenuta illegittima dalla giustizia amministrativa. Milano, dunque, potrebbe rappresentare il risarcimento per lo scippo subito nel 2019, quando la V Commissione aveva già scelto il suo nome alla guida di Palazzo Clodio, salvo poi metterlo da parte. Ma il favorito sembra essere, allo stato attuale, il secondo sulla lista delle audizioni di ieri, ovvero Antonio Patrono, procuratore di La Spezia nonché ex presidente dell'Anm e due volte consigliere del Csm, in quota Magistratura Indipendente, stessa corrente di Viola. Altro nome forte tra i candidati è quello di Giuseppe Amato, attuale procuratore di Bologna. E oltre a lui ci sono anche Raffaele Tito, procuratore di Pordenone, Maurizio Romanelli, procuratore aggiunto a Milano (unico interno a correre per il posto), Nicola Piacente, procuratore di Como, Cesare Parodi, procuratore aggiunto a Torino, Roberto Bruno Maria Pellicano, procuratore di Cremona e Luigi Orsi, sostituto alla procura generale della Cassazione. Insomma, a Milano quasi certamente arriverà un Papa straniero. Una soluzione che, forse, potrebbe anche aiutare a porre fine alla guerra tra fazioni che sta facendo franare gli uffici giudiziari, che nei prossimi mesi dovranno fare anche i conti con i possibili trasferimenti per incompatibilità ambientale proposti per De Pasquale e Storari e attualmente al vaglio di Palazzo dei Marescialli.

Dalla procura di Milano alla Dna

I tempi non dovrebbero essere troppo lunghi e una volta chiusa la pratica Milano si passerà all’analisi dei curricula dei candidati alla guida della Dna, dato che il 18 febbraio sarà l’ultimo giorno di Federico Cafiero de Raho a via Giulia. A voler prendere il posto di de Raho, oltre al già citato Viola, ci sono anche i procuratori di Napoli, Giovanni Melillo, che allo stato attuale sembra essere il favorito, quello di Catanzaro, Nicola Gratteri, quello di Catania, Carmelo Zuccaro, di Messina, Maurizio De Lucia e Lecce, Leonardo Leone De Castris. Unica candidatura interna alla Dna quella di Giovanni Russo, attualmente procuratore aggiunto in via Giulia. Altra poltrona in ballo, come anticipato, quella di Palermo, dove oltre a Viola - che qui dovrebbe essere il candidato più forte - sono altri sei i candidati. Sabato scorso sono infatti scaduti i termini per presentare le domande e a proporre la propria candidatura sono stati l’attuale procuratore di Messina, Maurizio de Lucia (anche lui tra i favoriti), i due procuratori aggiunti di Palermo, Marzia Sabella, attuale reggente a Palermo, e Paolo Guido, il procuratore di Gela, Fernando Asaro, la sostituta della Procura nazionale antimafia Franca Imbergamo e il procuratore aggiunto di Catania Francesco Puleio. Non ha, invece, presentato domanda, secondo alcuni a sorpresa, l’ex procuratore di Roma Michele Prestipino, attualmente aggiunto a Roma dopo aver dovuto lasciare il posto a Lo Voi.