Hanno parlato di “ragazzi” e “detenuti problematici” nei cui confronti sarebbero stati messi in atto “interventi contenitivi”. È quanto emerge dagli interrogatori di garanzia tenuti in carcere a Milano dalla gip, Stefania Donadeo, con gli ultimi 4 dei 13 agenti della polizia penitenziaria dell'Istituto penale minorile Beccaria di Milano arrestati lunedì nell'inchiesta per maltrattamenti e torture sui minorenni reclusi. Due di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gli altri due hanno ribadito la linea già espressa nei giorni scorsi dai colleghi.

Sarebbero stati “sbattuti” al Beccaria e “abbandonati” senza alcun tipo di “formazione”. Costretti a lavorare con “turni massacranti” hanno riferito i giovani poliziotti, quasi tutti con meno di 35 anni. Da lunedì cominceranno gli interrogatori di garanzia degli altri 8 che sono stati sospesi dal servizio, a cominciare dall'ex comandante Francesco Ferone che avrebbe coperto gli abusi ed è indagato per falso. La gip sta riconsiderando la posizione di alcuni degli indagati.

Nel frattempo in Procura a Milano si è tenuta una riunione fra il Procuratore Marcello Viola, le pm titolari del fascicolo Rosaria Stagnaro, Cecilia Vassena, l'aggiunto Letizia Mannella e, in collegamento, il collegio del Garante nazionale dei detenuti composto dagli avvocati e professori Felice Maurizio D'Ettore, Irma Conti e Mario Serio. Sotto il profilo investigativo proseguono gli accertamenti sulle responsabilità degli ex vertici del carcere minorile.

In particolare quelle attribuibili alle ex direttrici del Beccaria, Maria Vittoria Menenti e Cosima Buccoliero che - come anticipato da La Stampa - risultano indagate per le condotte omissive previste dall'articolo 40 del codice penale, di cui è chiamato a rispondere chi non impedisce un evento che "ha l'obbligo giuridico di impedire".