Il miglior ministro della Giustizia per i lettori del Dubbio? Francesco Paolo Sisto. È quanto emerge dal sondaggio, senza alcun valore scientifico ma indicativo di un sentiment, lanciato l'altro giorno sul sito del nostro giornale. L’attuale sottosegretario alla Giustizia, avvocato penalista di Bari e appena rieletto in Parlamento nelle liste di Forza Italia, con quasi il 50 percento delle preferenze ha stracciato tutti gli altri nomi che erano stati proposti. Sisto, in particolare, ha preso il doppio delle preferenze di Carlo Nordio ed il quadruplo di Giulia Bongiorno, i due candidati più gettonati per il ruolo di Guardasigilli, il primo in quota Fratelli d'Italia ed il secondo Lega. Molto staccati l'ex presidente della Corte costituzionale Sabino Cassese, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, la capogruppo azzurra a Palazzo Madama Anna Maria Bernini.

Gli ostacoli sulla strada di Sisto

  Se il responso dei lettori è chiaro, a sbarrare la strada a Sisto potrebbe essere il diktat di Giorgia Meloni che, in più occasioni, ha affermato di non volere esponenti del governo Draghi nel suo esecutivo. Nei confronti di Sisto, poi, ci sarebbe agli occhi del premier in pectore un “handicap”: quello di aver convintamente sposato le riforme della giustizia, penale, civile, tributaria e dell'ordinamento giudiziario, volute dalla Guardasigilli uscente Marta Cartabia. Si tratta di riforme che sono state osteggiate in tutte le sedi dai parlamentari di Fratelli d’Italia che hanno sempre dichiarato di volerle modificare appena fosse stato possibile. In altre parole, Sisto ministro della Giustizia si troverebbe a dover mettere le mani su provvedimenti che egli stesso ha voluto.

L'ipotesi "esterno" nei pensieri di Meloni

A parte ciò, comunque, il sondaggio, sia pure come detto senza alcun valore scientifico, ha confermato quello che i maggiori analisti politici vanno ripetendo a proposito del fatto che il prossimo inquilino di via Arenula molto difficilmente sarà scelto fra il duo Nordio-Bongiorno. Come anticipato dal Dubbio in questi giorni, infatti, è quasi certo che la scelta ricadrà su un soggetto verosimilmente di area forzista o esterno ai partiti. Nel primo caso, oltre a Sisto, sono in corsa in queste ore Pierantonio Zanettin ed Elisabetta Alberti Casellati. A loro si sono aggiunti Antonio Leone, ex vice presidente della Camera ed ex componente del Csm, e Nicolò Zanon, attuale numero due della Consulta ed anche egli ex componente laico di Palazzo dei Marescialli. Sia Sisto sia Zanettin e Casellati sarebbero anche in corsa per la vicepresidenza dell'organo di autogoverno delle toghe che, dopo decenni, potrebbe essere appannaggio di un laico non legato al Pd. Per sparigliare le carte, i dem sono tentati dal riproporre la candidatura di Massimo Luciani, presidente dei costituzionalisti, e già capo della riforma dell’ordinamento giudiziario voluta dall’attuale Guardasigilli. Ma l’ipotesi maggiormente suggestiva dalle parti del Nazareno è quella di candidare proprio la ministra Cartabia. A quel punto, anche grazie alla stima nei suoi confronti del capo dello Stato Sergio Mattarella, non ci sarebbe spazio per nessun altro.