«La rispondo da un telefonino che mi dicono venga usato dai narcotrafficanti colombiani, vista l’impossibilità di applicarvi un trojan, tant’è che tempo fa ho incontrato Luca Palamara e gli ho detto che se fosse stato un tipo retrò come me e avesse usato un telefonino come questo forse avrebbe evitato una parte dei guai e magari sarebbe diventato presidente dell’Anm». Inizia così la nostra conversazione con Fabrizio Cicchitto, colonnello berlusconiano negli anni più duri del giustizialismo e ora presidente di Riformismo e Libertà. È d’accordo con la proposta del Pd di modifica della legge Severino a tutela dei sindaci ed evitando la loro sospensione dopo una condanna in primo grado? Con me si sfonda una porta aperta, perché sono radicalmente contrario alla legge Severino in quanto tale. A suo tempo in Forza Italia, durante il governo Monti, fui messo in minoranza dai giuristi professionisti di Berlusconi, perché ritenevo un vulnus in sé il fatto di venir meno ai tre gradi di giudizio, quale che sia il reato. Tra le varie cose che la politica, dagli anni ’90 ormai ridotta in condizioni pessime, ha concesso al giustizialismo in questo Paese questa è la peggiore. Anche se il colpo finale è arrivato con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. I dem puntano a un bilanciamento fra trasparenza della Pa e garanzie per i primi cittadini. Il referendum di Lega e Radicali invece abolisce del tutto la Severino. Si troverà un punto d’incontro? La proposta del Pd è il minimo che si può fare. La cosa giusta da fare sarebbe smantellare del tutto la legge. Solo un incosciente oggi può fare il sindaco, con questo apparato normativo. Con l’abuso d’ufficio chiunque può portare dei guai al sindaco. È un provvedimento fatto apposta per punire chi non ha fatto assolutamente nulla: insomma la rappresentazione di un proverbio romano che dice “come ti muovi ti fulmino”. Come si è arrivati a un tale grado di esasperazione da parte dei sindaci, come espresso nell’ultima assemblea dell’Anci dal presidente Decaro? Ci sono stati tanti casi di condannati poi scopertisi innocenti, anche con grande clamore mediatico. Siamo stati dominati dalle più varie forme di giustizialismo. Prima c’è stato quello maior del 92-94, poi da lì è arrivato quello applicato su Berlusconi, infine quello portato avanti dai Cinque Stelle. Arriviamo insomma da trent’anni di mentalità giustizialista che ora dobbiamo provare a ribaltare. In che modo? Credo profondamente nel nostro sistema, che prevede tre gradi di giudizio. Altrimenti arriviamo alla presunzione di colpevolezza che tanti acclamano. Chi dice che abolendo la Severino si rischia di far rimanere impuniti alcuni reati è a favore della presunzione di colpevolezza. Qualcuno, come Davigo, pensa addirittura che qualcuno con la fedina penale pulita sia solo un furbo che l’ha fatta franca. Nella logica intrinseca della Severino c’è la presunzione di colpevolezza e siccome io reputo che anche per i reati più gravi debba valere la presunzione di innocenza, credo che vada abolita. A livello normativo, ritiene ci sia stato un momento in cui le cose per i sindaci siano peggiorate? La fisiologia delle autonomie in questo paese dovrebbe essere rivolto a Comuni e Province, mentre la riforma del titolo V ha creato il mostro del presidente di Regione. I sindaci sono le entità più fragili di questo mondo. Il miglior sindaco dei Cinque Stelle, Chiara Appendino, è stata punita per una manifestazione legata a una partita di calcio sicuramente gestita malissimo ma sulla quale lei aveva responsabilità relative. È stata colpita e affondata e il suo è solo uno dei tanti casi. I sindaci dovranno gestire gran parte dei fondi del Pnrr.  In che modo l'attuale quadro normativo rischi di fermare la loro opera? La gestione dei fondi implica dei livelli di discrezionalità e non ci vuole niente a definire una discrezionalità un reato. L’Italia rischia di essere strangolata da quello che si riteneva essere un grande valore, cioè l’esplosione di giustizialismo. Fino ad arrivare a un sistematico attacco contro qualsiasi potere decisionale. I fondi del Pnrr hanno invece bisogno di uomini e donne che prendano decisioni e lo facciano in modo consapevole. Prima accennava al giustizialismo contro Berlusconi. Pensa che il Cavaliere possa arrivare al Quirinale?  In una condizione normale no, ma siccome siamo in una condizione del tutto anormale, nel senso che quasi tutte le forze politiche sono caratterizzate da andamenti stravaganti, è possibile anche una cosa di questo tipo.