Negli ultimi anni il settore legale sta vivendo una trasformazione profonda: da un lato, la crescente complessità normativa che richiede aggiornamenti continui; dall’altro, le rivoluzioni tecnologiche – in particolare l’intelligenza artificiale – che stanno cambiando il modo in cui i professionisti operano e rispondono ai bisogni dei clienti. Ne parliamo con Veronica Squizzato, Business Unit Leader Area Legale di Lefebvre Giuffrè, punto di riferimento in Italia nell’offerta di soluzioni editoriali digitali di ultima generazione per le aree professionali legale, fiscale, lavoro e per le aziende, parte del Gruppo europeo Lefebvre.

Come immagina l’evoluzione della figura dell’avvocato nei prossimi anni e in che modo le competenze richieste al giurista stanno cambiando alla luce delle trasformazioni normative e tecnologiche che stanno ridefinendo il settore?

Innanzitutto, se osserviamo i numeri, la prima tendenza interessante è una diminuzione degli iscritti alla facoltà di giurisprudenza e, di conseguenza, degli avvocati attivi. Nella maggior parte dei casi, l’abbandono della professione avviene prima dei 45 anni e prevalentemente da parte di donne. Pensando alla figura dell'avvocato, nei prossimi 5 anni ci aspettiamo quindi che i praticanti non solo siano inferiori in numero, ma che il loro lavoro sarà completamente diverso, grazie all’affermarsi delle nuove tecnologie.

Un ruolo fondamentale in questo processo di cambiamento sarà ricoperto dall'università, che dovrà essere in grado di preparare i futuri avvocati a svolgere una professione nettamente diversa a quella che abbiamo visto fino ad oggi.

L’avvocato dovrà imparare a seguire i trend emergenti, rinnovando di continuo la propria formazione in modo da utilizzare consapevolmente nuovi strumenti come l’IA.

L’IA suscita spesso sentimenti contrastanti: quali rischi è necessario monitorare e come si può mantenere un equilibrio tra efficienza e valori fondamentali della professione forense?

In primis, fornendo tantissima formazione, in modo che tutti i soggetti coinvolti siano in grado di comprendere le opportunità e i limiti di questa tecnologia, concentrandosi in particolare su quello che viene definito “dovere di competenza”. Si tratta della capacità di utilizzare lo strumento comprendendolo al meglio, mettendo in campo anche le proprie competenze personali per usarlo correttamente e con maggior consapevolezza. Per questo come Lefebvre Giuffrè siamo in prima linea nell’offerta di contenuti formativi e soluzioni di IA basate sul paradigma human in the loop.

Come si posiziona Lefebvre Giuffrè di fronte alla trasformazione tecnologica e alla digitalizzazione dei processi giuridici?

Recentemente siamo stati definiti “una start- up di 100 anni”, un titolo molto bello e veritiero perché in un secolo di attività abbiamo vissuto da protagonisti tutti i cambiamenti del settore e, esattamente come una start- up, siamo stati pronti ad adattarci nel segno dell’innovazione. Essere parte di un gruppo internazionale significa moltiplicare questa voglia di mettersi in gioco, aiutandoci a fare investimenti più significativi, a velocizzare alcuni processi e ad affermarci in tutta Europa con un prodotto unico, declinato poi in base alle esigenze dei singoli paesi. Pur essendo un’azienda storica nata sui volumi, il team di Lefebvre Giuffrè è formato da persone giovani, molto stimolate da questo processo di trasformazione.

Quali strumenti mette oggi a disposizione Lefebvre Giuffrè per supportare il professionista legale e in che modo queste contribuiscono a rendere più efficiente la sua attività quotidiana?

Il primo step è stato inserire un servizio di sintesi basato sull’IA all’interno della nostra storica banca dati DeJure, addestrato per operare su un singolo documento. Da quel momento abbiamo sviluppato delle soluzioni stand- alone per cercare di rispondere ai diversi bisogni dei professionisti che volevano sfruttare al 100% i vantaggi proposti dall’IA. In questi primi anni abbiamo infatti osservato un trend in crescita che vede oltre il 50% dei nostri clienti utilizzare abitualmente un servizio di IA, generando circa 25 mila query al giorno. Quest’anno abbiamo lanciato il nostro sistema proprietario di IA generativa, Sapient- IA, sul quale si basa anche Sapient- IA Assistant, la prima soluzione completamente dedicata alle esigenze dei professionisti legali, in grado di offrire risorse multidisciplinari, precise e affidabili, elaborate esclusivamente a partire dalle nostre fonti autorevoli e certificate. Un servizio unico nel suo genere che continua ad ampliare la nostra offerta in materia di IA, generando nuove soluzioni che saranno presentate anche durante il Congresso Nazionale Forense 2025.

Ad esempio, per andare incontro ai bisogni specifici dei penalisti, abbiamo sviluppato Case Manager, un software in grado di digitalizzare e velocizzare la gestione dei documenti provenienti dai procedimenti penali. Altro elemento fondamentale della nostra offerta è quello della formazione, come testimonia il nuovo Master Legal AI, realizzato in collaborazione con ENIA e ISLC dell’Università degli Studi di Milano, che per la prima volta certifica le competenze sull’uso consapevole ed etico dall’IA attraverso un badge digitale. A questo si aggiunge la nostra collana editoriale AI e Diritto, nata con la collaborazione di professionisti di altissima caratura per sostenere coloro che hanno bisogno non solo di utilizzare l’IA, ma di studiare meglio anche il suo funzionamento e le normative che la regolano.