La circolare di inizio mese con la quale il Ministero della Giustizia ha comunicato che la prova di abilitazione alla professione forense nel 2023 si sarebbe tenuta nelle modalità precedenti alla pandemia Covid, ossia con una prima prova scritta, seguita da una orale, ha creato molta preoccupazione negli aspiranti avvocati che ormai si stavano preparando ad affrontare l’esame con la modalità “emergenziale” del doppio orale.

Il Consiglio nazionale forense e l’Associazione giovani avvocati avevano inviato lettere formali a via Arenula, rivolte direttamente al guardasigilli Carlo Nordio e, nel caso di Aiga, al viceministro Francesco Paolo Sisto, delegato ai rapporti con le professioni. Massima istituzione dell’avvocatura e Aiga erano state chiare: non si può pretendere che i praticanti riconvertano all’improvviso la loro preparazione, da tempo calibrata sul “doppio orale” introdotto con l’emergenza Covid.

Dopo le iniziative di Greco e del vertice della giovane avvocatura, Francesco Paolo Perchinunno, era arrivata una prima apertura dal ministero, per voce di Sisto: «C’è stata una levata di scudi, va detto». Ora proprio il vice ministro alla Giustizia ci annuncia importanti novità: «Consapevole di dare una svolta all’esame di accesso alla professione forense rendendolo davvero indicativo della capacità di essere avvocati, il Ministero sta pensando di istituire per l’anno 2023 un modello sperimentale. Ossia una prova “giudiziaria” scritta su materia a scelta del candidato che così potrà provare di essere in condizioni di difendere su una di queste materie: penale, civile, amministrativo».

Quanto alla prova orale, spiega Sisto, «sarà riproposta la soluzione del caso pratico che ha dato ottima prova di sé durante il periodo Covid, sempre su materia a scelta del candidato». L’orale sarà completato «dall’esame su tre materie - di cui una procedurale – fra diritto penale, civile, amministrativo, procedura penale e procedura civile».

Il Ministero è alacremente al lavoro per rendere possibile questa scelta nei prossimi giorni. Questa soluzione sarebbe stata ritenuta preferibile rispetto alla semplice proroga dell’attuale modalità di esame.