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ETTORE ATZORI AVVOCATO CNF
È in corso a Cagliari l’iniziativa del Consiglio nazionale forense con gli Ordini della Sardegna per dialogare sulla giustizia e sul futuro della professione. Il consigliere Cnf Ettore Atzori, del Foro cagliaritano, sottolinea il valore degli incontri promossi da via Del Governo Vecchio sull’isola. Il confronto con gli avvocati sardi prosegue oggi nel “Teatro Doglio”, sempre nel capoluogo di regione. Sono previste quattro tavole rotonde, dopo i saluti istituzionali di Matteo Pinna (presidente del Coa cagliaritano) e di Francesco Greco (presidente Cnf).
Riflettori accesi sulle nuove frontiere della prova penale scientifica e sulle trasformazioni del processo civile tra semplificazione e nuove procedure. Verrà dedicato inoltre uno spazio all’avvocatura in un’ottica europea, tra garanzie fondamentali e trasformazione digitale, senza tralasciare il tema del momento: il rapporto tra intelligenza artificiale e giustizia con uno sguardo alle opportunità e ai rischi. L’evento è accreditato dal Coa di Cagliari con il riconoscimento di 8 crediti formativi totali (4 crediti per ciascuna sessione).
Avvocato Atzori, quanto sono importanti gli incontri sul territorio promossi dal Consiglio nazionale forense?
L’importanza, secondo me, è data prima di tutto dal fatto che il Cnf lancia un messaggio molto preciso: l’avvocatura istituzionale è a disposizione di tutti gli iscritti e di tutti i Coa che restano i referenti immediati e diretti dei colleghi. Gli incontri che stiamo promuovendo sul territorio nazionale servono in quanto i consiglieri Cnf, con le loro competenze, aprono un confronto con le realtà ordinistiche nel rispondere a una serie di quesiti e nel recepire alcune osservazioni. Inoltre, è l’occasione per conoscere, oltre al singolo consigliere Cnf del distretto di appartenenza, anche gli altri componenti del Consiglio nazionale forense. Quest’ultimo aspetto, secondo me, è particolarmente significativo. L’iniziativa promossa dal Cnf dà un senso più compiuto al rapporto vero di colleganza, che anche da un punto di vista istituzionale non può essere dimenticato e trascurato.
Tra le sessioni in programma vi è una dedicata agli uffici legali degli enti pubblici e agli avvocati dipendenti. Si tratta di un tema delicato ma anche molto attuale?
Nell’ottica delle attività istituzionali consiliari il tema della sessione di lavoro alla quale lei faceva riferimento ha risvolti pratici rilevanti con alcuni profili problematici. Pensiamo, prima di tutto, al rapporto professionale e diretto che si instaura con l’ente, ma anche a una serie di verifiche e controlli che siano tali da giustificare la permanenza nel ruolo di quel professionista che sono di cautela, anche e soprattutto, per l’iscritto. Tutte le verifiche non tendono solo ad appurare o a verificare che l’Ente abbia diritto a un ufficio legale. Ma anche che l’ufficio legale sia costituito in un certo modo e che l’avvocato sia in condizione di poter svolgere la sua attività secondo precisi canoni, che non mutano in funzione del rapporto con quello che possiamo definire il suo cliente unico.
Gli incontri sul territorio saranno l’occasione per riflettere sulla proposta di riforma della legge professionale forense. Pure questo è tema molto sentito dall’avvocatura in vista del Congresso forense del prossimo mese di ottobre a Torino?
L’attenzione da parte dei Coa è alta su questo punto. Il presidente del Cnf, Francesco Greco, e gli altri colleghi consiglieri, componenti dell'ufficio di presidenza, avranno modo di esporre anche a Cagliari tutto nel dettaglio. Giova, però, ricordare che la proposta riguardante la riforma della nostra legge professionale è stata portata già a conoscenza, poiché è frutto, come rimarcato dal presidente Greco, di una elaborazione congiunta con i colleghi di tutti i Fori. Non sono mancati punti di vista diversi, ma si è trattato di un percorso dialettico comunque costruttivo. Ora il lavoro fatto è al vaglio della politica. Speriamo possa dare un assetto vicino a quello che è stato prospettato, in grado di assicurare una regolamentazione della professione più adeguata ai tempi. Non vanno dimenticati i cambiamenti che, pure nell’ambito della nostra professione, come in tutto il mondo del lavoro, si sono verificati nel corso degli anni. Penso alle evoluzioni tecnologiche molto più rapide di quanto si potesse prevedere. In questo contesto va collocato lo sforzo fatto per la proposta di riforma della legge professionale. L’attuale legge professionale non è vecchissima, abbiamo però dovuto prendere atto del mutare dei tempi e delle trasformazioni della società nella quale si colloca la professione forense.
Come consigliere Cnf della Sardegna, le giungono segnalazioni dell’avvocatura della sua regione da portare all’attenzione di via Del Governo Vecchio?
Le problematiche locali sono più o meno note a tutti e riguardano molti altri Fori della penisola. I colleghi sardi lamentalo la carenza degli organici negli uffici giudiziari rispetto alle esigenze effettive. Non sono mancate le agitazioni proclamate da alcuni Coa su un problema che ormai si trascina da tempo e provoca disagi prima di tutto ai cittadini.