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È partita da un post su Facebook, si è gonfiata tra commenti infuocati e condivisioni indignate, ed è finita davanti a un giudice.
A Ferrara si è aperto il processo che vede imputare sedici persone accusate di aver diffamato l'avvocato Davide Bertasi , bersaglio di un'ondata di insulti seguiti a una polemica tutta social scoppiata nel dicembre 2021.
Tutto nasce da una foto pubblicata dal sindaco di Ferrara, Alan Fabbri . L'immagine ritraeva una bambina di dieci anni con in mano un disegno dedicato proprio al primo cittadino, per ringraziarlo dell'iniziativa promossa dal Comune: la donazione di piccoli vocabolari di dialetto ferrarese agli alunni delle scuole primarie. Un gesto celebrato dal sindaco, ma accolto con tutt'altra reazione da una parte dell'opinione pubblica.
Tra i critici, Davide Bertasi, avvocato ferrarese di 53 anni, che su Facebook aveva bollato l'operazione come «semplicemente allucinante» , puntando il dito contro l'utilizzo dell'immagine della minore e giudicando il tutto come un'operazione mediatica costruita a tavolino. Un'opinione, la sua, che non è passata inosservata: il sindaco, tramite la propria pagina ufficiale, ha replicato con toni accesi, parlando di «bassezza senza fine» e accusando l'opposizione di «esporre a una gogna mediatica una bambina». Il contropost ha avuto un effetto immediato. A centinaia si sono riversati nei commenti, e tra questi, secondo l'accusa, almeno
ventuno utenti si sarebbero spinti oltre la critica, passando all'insulto personale. Frasi come “pagliaccio”, “pover'uomo” e “capra” rivolti a Bertasi costituiti hanno la base per una denuncia per diffamazione a carico di tutti gli autori.
Quattro dei querelati hanno scelto la via della conciliazione : hanno risarcito i danni e ottenuto la remissione della querela. Per gli altri sedici, invece, il procedimento è proseguito . La Procura di Ferrara ha contestato loro il reato di diffamazione in concorso , sottolineando come, pur nella diversità delle singole frasi, l'azione denigratoria si sarebbe configurata come un attacco collettivo, coordinato nei tempi e nelle modalità.
Nella prima udienza, tenutasi lunedì 16 giugno, il giudice ha accolto la costituzione di parte civile dell'avvocato Bertasi , rappresentata dall'avvocata Valentina Bordonaro. Ma non sono mancate le complessità giuridica. La remissione della querela per alcuni imputati, infatti, pone una questione tecnica: il reato è contestato come commesso in concorso, e ciò potrebbe estendere gli effetti della remissione anche agli altri. Su questo punto dovrà esprimersi la Procura, che ha tempo fino alla prossima udienza, fissata per il 7 luglio, per valutare eventuali modifiche alle imputazioni.