Neanche le temperature roventi hanno fermato l’avvocatura riunita ieri a Milano per un’occasione speciale: l’ingresso in esclusiva del Villaggio Olimpico prima della consegna ufficiale al Cio. I cancelli si sono aperti alle 14.30 per la prima edizione di “Milano Law & Run”, un evento patrocinato da Cassa Forense e Consiglio nazionale forense per unire sport, formazione e prevenzione in una cornice unica.

A dare il via alla giornata un convegno promosso dai vertici delle istituzioni forensi per dialogare sul futuro della professione, dalla riforma del sistema previdenziale al nuovo ordinamento forense, fino all’impiego delle nuove tecnologie nell’ambito della giustizia.

Un vero e proprio “check up” dell’avvocatura, chiamata a “misurare” lo stato di salute della professione per cercare in maniera compatta la miglior “cura” possibile di fronte alle sfide che pone il futuro. Dopo i saluti del sottosegretario con delega ai Giovani e Sport della Regione Lombardia, Federica Picchi, la presidente di Cassa Forense Marisa Annunziata è stata la prima a delineare la visione con cui l’Ente di previdenza di approccia al presente e al futuro della professione: come una vera e propria azienda che ha l’obiettivo di garantire a tutti un sistema pensionistico solido. «L’avvocatura ha avuto il suo fascino e il suo prestigio - ha sottolineato Annunziata -. Ma ora conosciamo le difficoltà del presente, a partire da quelle reddituali».

I numeri raccontano un quadro disomogeneo, con un grande scarto tra fasce alte e basse: una delle criticità emerse dal rapporto annuale di Censis- Cassa Forense, a cui vanno aggiunti i dati del bilancio tecnico che l’ente previdenziale stila per monitorare lo stato di salute dell’avvocatura. Temi che le componenti istituzionali dell’avvocatura devono affrontare insieme, in sinergia, e orientate verso un obiettivo unico. Di “gioco di squadra” ha parlato anche Ettore Atzori, coordinatore commissione diritto dello Sport del Cnf, che applica alla professione le stesse regole e la stessa etica del “campo”. Una pista da corsa, in questo caso, che ben rappresenta simbolicamente il viaggio della professione verso il futuro. «Lo spirito di collaborazione all’interno della professione esiste, e lo dimostra anche il percorso collegiale e laborioso della riforma dell’ordinamento affidata ora nelle mani della politica. Individuare l’avvocato di domani non è compito facile - ha spiegato Atzori -, ora che viviamo in un’epoca in cui l’evoluzione è talmente rapida da rendere difficile anche solo ipotizzare la regola».

Questo non vuol dire che l’avvocatura non accetti la sfida. Lo stesso evento di ieri che ha unito un ciclo di incontri tematici, una gara di corsa di 10 km, e check gratuiti per tutti i presenti ben rappresenta l’approccio di una professione che torna protagonista del cambiamento per rispondere alle esigenze della società. «L’occasione di oggi è ghiotta - ha aggiunto il consigliere Cnf - le Olimpiadi sono un momento di condivisione massima, in cui sviluppare conoscenze trasversali. Ciò che ci manca è comunicare con l’esterno, rivolgendo uno sguardo più approfondito sulla comunità. Soprattutto per ciò che riguarda l’inclusione, nello sport come nella professione, che non può essere solo ipotetica: deve essere reale».

Di inclusione ha parlato anche Lucia Secchi Tarugi, coordinatrice della Commissione pari opportunità del Cnf, che ha messo in luce i dati non esattamente confortanti sull’avvocatura femminile: dal gap reddituale, che resta «inaccettabile», alle tutele sulla maternità, che non può essere paragonata alla malattia tramite il legittimo impedimento. Se Pietro Alosi di Cassa Forense ha sottolineato come l’ente sia riuscito a ottenere la certificazione per la parità di genere, delle sfide poste dall’intelligenza artificiale ha parlato invece il “padrone di casa”, Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano. «L’avvocatura - ha sottolineato - deve avere la capacità di rigenerarsi, mettendo con coraggio e consapevolezza le proprie competenze a disposizione della società e nelle difesa dei diritti dei cittadini». L’avvocata Cinzia Ceccolini, componente della Commissione sport del Cnf, ha messo al centro il tema dello sport come sfida alla malattia, raccogliendo le testimonianze di colleghi affetti da disabilità e patologie invalidanti. Il suo lavoro è stato fondamentale nella costruzione dell’evento insieme a quello dell’avvocato Claudio Acampora, delegato di Cassa Forense e artefice dell’iniziativa. Che ha riservato agli ospiti dell’evento una sorpresa speciale: un’esibizione dal vivo di un artista, che sulle note di Puccini hanno dato il via alla gara di corsa.