Non si placano le polemiche sull’emendamento del Governo che anticipa la riforma civile al 28 febbraio prossimo. Sono ore frenetiche e non si escludono nei prossimi giorni forme di protesta da parte dell’avvocatura. Anticipare di quattro mesi l’entrata in vigore della riforma civile rischia di creare un vero e proprio caos, come hanno rilevato il Consiglio nazionale forense e l’Ocf. Timore condiviso dal Consiglio superiore della magistratura.

Anche le associazioni dell’avvocatura che si occupano di minori e famiglia hanno voluto far sentire la propria voce. Hanno scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. «Le associazioni specialistiche forensi maggiormente rappresentative – si legge in una nota congiunta di Aiaf, Ami, Cammini, Ondif e Uncm - esprimono viva preoccupazione per l’improvvisa accelerazione impressa all’entrata in vigore del nuovo processo civile, alcune norme del quale diventerebbero operative già a decorrere dal 28 febbraio 2023, financo, in alcuni casi, per i procedimenti pendenti. Una riforma così complessa e profondamente incisiva sull’attuale assetto normativo deve essere attuata con un’adeguata preparazione di tutte le strutture e professionalità coinvolte (giudici, pubblici ministeri, avvocati, cancellieri e ausiliari)».

In linea generale la riforma civile riguardante le persone, i minorenni e le famiglie viene vista con favore dall’avvocatura per i contenuti che presenta, ma la mossa di palazzo Chigi sta provocando tante fibrillazioni circa la reale attuazione e la messa in campo di tutti gli strumenti, compresi quelli connessi all’abito organizzativo. «Il rischio – sostengono Aiaf, Ami, Cammini, Ondif e Uncm - potrebbe essere quello di vanificare un intervento di così ampia portata e importanza. Confidiamo pertanto in un’attenta valutazione che riattribuisca alla riforma i tempi adeguati già previsti attualmente dal decreto legislativo 149/2022 per la sua operatività».
Esprimono lo stesso parere l’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), l’Unione Nazionale delle Camere Civili (Uncc), l’Associazione nazionale forense (Anf) e il Movimento Forense, che «rinnovano l’appello al Governo a valutare lo stralcio dell’emendamento dell’articolo 35 della legge di Bilancio, relativo all’anticipazione dell’entrata in vigore della riforma sul processo civile». Le quattro associazioni chiedono in modo particolare «che venga eliminata l’immediata entrata in vigore almeno della parte relativa al processo di cognizione di primo grado».
Il deputato Devis Dori (Alleanza Verdi e Sinistra) ha contestato, nel suo intervento alla Camera, il provvedimento governativo, essendo stato in maniera scriteriata “lanciato nella mischia”. «Senza un minimo di programmazione e condivisione con l’avvocatura – rileva Dori - lo sforzo organizzativo, derivante dall’anticipazione della riforma civile, diventa inattuabile».

Tra i punti di forza della riforma civile vi è una valorizzazione del ruolo del curatore speciale dei minori, con la previsione di ulteriori ipotesi di nomina e l’attribuzione di specifici poteri e compiti di rappresentanza sostanziale del minore. Il curatore speciale del minore rappresenta un vero e proprio pilastro della riforma. Questa figura servirà ad assicurare l’effettiva centratura dell’intervento giurisdizionale sulle esigenze e sugli interessi del minore. Gli avvocati rivestiranno, pertanto, un ruolo delicato in quanto gli intendimenti della riforma civile, grazie a loro, potranno trovare nella pratica quotidiana reale e concreta attuazione.
Il prossimo anno ed il 2024 saranno ricchi di aspettative, in quanto è prevista l’istituzione del cosiddetto “rito unico” in materia di persone, minori e famiglie. Un’altra fase importante riguarderà l’aspetto ordinamentale, con il superamento dell’attuale distinzione di competenze tra Tribunale ordinario e Tribunale per i minorenni, e l’istituzione di un unico Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, caratterizzato da una articolazione circondariale e distrettuale. Per quanto concerne questa fase la piena attuazione è prevista tra il 2024 ed il 2025.