L'ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, è tornato a parlare della grave crisi identitaria della magistratura italiana. Lo ha fatto dalle colonne di "Libero", in un'intervista rilasciata al giornalista Pietro Senaldi, condirettore del giornale oggi diretto da Alessandro Sallusti, autore del libro "Il Sistema" di Luca Palamara. «Come se ne esce da questa situazione? Con il prossimo Parlamento, ma soprattutto con il referendum di Radicali e Lega sulla giustizia, se avrà un esito chiaro, come espressione di una volontà radicalmente riformatrice del popolo. Anche se alcuni quesiti sono formulati in modo discutibile, ciò che conta è il messaggio ideale complessivo» afferma Nordio, nominato di recente consulente della commissione d'inchiesta che indaga sulla morte di David Rossi, ex capo comunicazione del Monte Paschi di Siena. Per quanto riguarda le "manette facili", il magistrato ora in pensione, propone una nuova soluzione. «Servirebbe sin d'ora un provvedimento che devolvesse la competenza della custodia cautelare non a un solo giudice preliminare bensì a un organo collegiale, distante anche topograficamente dal pubblico ministero che la richiede. Tipo una "chambre d'accusation" presso la Corte d'Appello». Nordio, inoltre, parla anche della recente sentenza del Consiglio di Stato. «L'ultimo colpo alla credibilità dell'organo è stata la recente bocciatura da parte del Consiglio di Stato delle nomine apicali della Cassazione. E non so nemmeno se abbiamo toccato il fondo». Si riferisce alle nomine di Pietro Curzio e Margherita Cassano. Nella chiacchierata con "Libero", non si poteva non toccare l'argomento Palamara. E sul punto Nordio ha le idee molto chiare. «Il fondo sarà toccato quando Palamara farà sfilare al suo processo le decine di colleghi che hanno contrattato con lui le cariche, e che il Csm non ha voluto sentire mettendo il coperchio sulla pentola che bolliva. Come ha preannunciato lo stesso Palamara a una conferenza, potrebbe essere un bagno di sangue». Parlando del Csm, Nordio ritiene che l'unico modo per fermare la deriva delle correnti sia quello di scegliere il sorteggio. Infine, una battuta sulla politica interna all'Associazione nazionale Magistrati. «La maggioranza non è affatto di sinistra, e anche quelli che lo sono agiscono in autonomia. Il pericolo non sta nelle idee politiche dei magistrati, ma nell'esasperato protagonismo e nell'arroganza di alcuni di loro». E su Berlusconi dice: «Non c'è assolutamente nessun ostacolo giuridico all'eventuale elezione di Berlusconi», quale nuovo presidente della Repubblica.