Renzi dentro, Renzi fuori. Appena calmate le acque intorno al governo, si agitano quelle dentro il Partito Democratico. A lanciare il sasso una risposta sibillina in una intervista, da parte della renziana ministra Teresa Bellanova.

Alla domanda sulla scissione, ha risposto che «non è all’ordine del giorno». Sicuramente meno del no secco che ci si aspettava. L’ipotesi sarebbe di fare un gruppo alla Camera, anche con una componente in uscita da Forza Italia.

La domanda è rimbalzata al segretario Nicola Zingaretti: «Non ho avuto modo di parlare con Renzi su questo. Leggo tutti i giorni sui giornali queste voci», ha detto a Porta a Porta, ma «Suggerisco ai giornalisti - ha aggiunto Zingaretti - di chiedere anche il perchè. Non capisco i motivi che dovrebbero essere alla base di un fatto lacerante».

Della stessa idea anche Andrea Orlando: «Non ne sono convinto, c’è una contraddizione logica: abbiamo detto che ingoiamo il rospo di fare il governo con i nostri avversari degli ultimi mesi, un rospo più grosso per Renzi che per me, in nome del fatto che c’è Salvini e il pericolo destra, e poi spacchiamo l’unico partito in grado di esser la risposta alla destra? Sarebbe difficile da spiegare».

A provare a calmare le acque, tuttavia, non è intervenuto il diretto interessato, ma il capogruppo in Senato, Andrea Marcucci: «Che ci sia una forte dialettica dentro un partito è una cosa mi piace. E dentro questa dialettica nel Pd ci sono anche le posizioni di Renzi. Oggi gira voce di un partito nuovo Renzi: io non ho notizie di questo ne che vi siano operazioni in corso di questo tipo al Senato. Poi ognuno farà sue scelte ma io da capogruppo miro all unità del Pd».