IL MOSAICO

Una delle leggi non scritte ma inesorabili della politica dice che tra l’originale e la fotocopia l’elettore sceglie sempre l’originale.

Infatti. Ce lo vedete voi Giovanni Toti acconciarsi a essere la fotocopia di Nanni Moretti? E ce li vedete i forzisti che fanno polemica tra di loro usando il lessico di un registaintellettuale cult della sinistra?

Invece in questi tempi incerti e sgualciti accade che il governatore della Liguria, Giovanni Toti, berlusconiano d’antan ma oggi su posizioni filo- leghiste, decida di sparare sul quartier generale propensione di tipo maoista, per restare in tema - impugnando la puntuta alabarda polemica che rese celebre il baffuto regista quando nel 2002, con il Cavaliere fresco trionfatore elettorale, la rivolse contro la nomenklatura dell’Ulivo in un celebre fuori sacco in un comizio a piazza Navona: «Con questi dirigenti non vinceremo mai. Penso che siano sciatti e incapaci. Che non ascoltino, non sappiano parlare alla al cuore e alla testa della gente».

Toti è stato appena un po’ meno ruvido ( «Con questo gruppo dirigente non vinceremo mai più» ), ma il concetto è stato lo stesso. E ha provocato i medesimi turbamenti e risentimenti che pervasero lo stato maggiore dell’Ulivo di allora.

Il bello è, però, che per rintuzzare le accuse di Toti i suoi contestatori abbia fatto ricorso alle stesse perifrasi di sinistra. Che cioè abbiano replicato sempre rifacendosi a Moretti. Infatti Mara Carfagna ha citato un altro film morettiano: «Toti potrebbe anche rifarsi a Ecce Bombo, opera che al regista riuscì certo meglio dei Girotondi, dove il protagonista si domanda: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?

”. Più politica la capogruppo alla camera, Maria Stella Gelmini, che magari al cinema ci va ma non per vedere i lungometraggi di Nanni: «Quando in una famiglia c’è qualcosa che non va, le responsabilità vanno condivise. Non facciamo gli errori del Pd di parlarci addosso mentre il Paese va a rotoli».

Concetto che tuttavia sempre a sinistra porta visto che, parola in più o in meno, fu quello usato dalla dirigenza ulivista per rintuzzare i rilievi morettiani. Ai tempi, l’invettiva di Nanni non ebbe fortuna; chissà che succederà oggi, a parti invertite.

A sinistra, comunque, possono sorridere: avranno pure perso i voti però sul piano dell’egemonia cinematografica hanno stravinto.