In poco più di ventiquattr’ore Donald Trump ha ancora una volta cambiato idea sull’Europa e sulla guerra in Ucraina, affrettandosi pure a replicare al Financial Times. Il presidente degli Stati Uniti ha prima detto che «avere un’Europa forte è un’ottima cosa», poi ha affermato che «l’Europa ha molto entusiasmo per questa guerra», smentendo, tramite la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, le affermazioni del Financial Times secondo le quali avrebbe incoraggiato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a colpire Mosca e San Pietroburgo.

«Il Financial Times – ha dichiarato Leavitt a Fox News - è noto per estrapolare le parole dal contesto per ottenere clic, perché il giornale sta morendo. Il presidente Trump si stava semplicemente ponendo una domanda, non incoraggiando ulteriori uccisioni. Sta lavorando instancabilmente per fermare le uccisioni e porre fine a questa guerra». Il quotidiano britannico, in base a fonti informate sui colloqui, aveva riferito mattina che Trump avrebbe esortato Zelensky a colpire “in profondità nel territorio russo” e si sarebbe persino chiesto se l’Ucraina sarebbe stata in grado di colpire Mosca e San Pietroburgo, se Washington avesse fornito armi a lungo raggio.

Nel mezzo non sono mancati gli sfottò da parte della Russia, che attraverso una delle tre più importanti agenzie giornalistiche statali, Ria Novosti, ha pubblicato un’immagine generata dall’intelligenza artificiale che ritrae uno Zio Sam, molto somigliante al capo della Casa Bianca, intento ad usare una pistola dalla quale escono bolle di sapone indirizzate verso le torri del Cremlino. Il testo che accompagna l’immagine derisoria fa riferimento alle continue giravolte di Trump sulle forniture di armi a Kyiv.

A ciò si è aggiunta la risposta negativa di Mosca all’ultimatum del presidente statunitense, che minacciava dure sanzioni contro la Russia se non si fosse raggiunto un accordo di pace in Ucraina entro 50 giorni. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha definito le parole del tycoon un “ultimatum teatrale”.

L’intervento vago di Trump sulla necessità di raggiungere un’intesa in meno di due mesi tra Ucraina e Russia ha offerto un assist quasi a porta vuota agli esponenti di spicco del Cremlino. Per il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, le affermazioni di Donald Trump, quando dice che va trovata un’intesa sull’Ucraina entro 50 giorni, sono poco chiare. «Vogliamo capire – ha detto Lavrov - cosa c’è dietro questa dichiarazione sui 50 giorni. Prima erano 24 ore, poi 100 giorni. Vogliamo davvero capire da cosa è guidato il presidente degli Stati Uniti».

Secondo Lavrov, Trump «è chiaramente sottoposto a pressioni da Nato e Unione Europea». Inoltre, il ministro degli Esteri è apparso tranquillo in merito a nuove misure punitive che gli Stati Uniti potrebbero adottare nei confronti della Russia: «Non ho dubbi che sapremo gestire bene eventuali nuove sanzioni occidentali e non vedo possibile che i nostri partner abbandonino gli impegni presi in accordi bilaterali e multilaterali». Il Cremlino ha affermato che l’ultimatum lanciato da Donald Trump, così come le nuove consegne di armi promesse all’Ucraina, spingeranno Kiev a «prolungare la guerra».

«Sembra - ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov - che questa decisione presa a Washington, nei Paesi della Nato e direttamente a Bruxelles sarà percepita da Kiev non come un segnale a favore della pace, ma come un segnale a favore della continuazione della guerra. Le dichiarazioni del presidente Trump sono molto gravi. Ovviamente abbiamo bisogno di tempo per analizzare quanto detto a Washington, e se o quando il presidente Putin lo riterrà necessario commenterà».

Sulle forniture militari all’Europa è intervenuta l’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. «Se paghiamo per queste armi – ha evidenziato -, è il nostro sostegno. Quindi è un sostegno europeo e stiamo facendo tutto il possibile per aiutare l’Ucraina. Quindi l’appello è che tutti facciano lo stesso. Se prometti di fornire le armi, ma dici che qualcun altro le pagherà, non le stai realmente fornendo tu». Sembra che, anziché andare incontro ad un chiarimento, la situazione in Ucraina sia destinata ad essere avvolta dalla confusione. E Trump fa ben poco per dissolvere le nubi.