La misura è colma. La situazione che si vive nel Tribunale di Monza, dove mancano i magistrati e gli uffici giudiziari sono dislocati in ben dieci immobili, è ormai insostenibile. Per denunciare le precarie condizioni di lavoro degli avvocati il Coa, presieduto da Vittorio Sala, ha organizzato lunedì scorso una conferenza stampa proprio in Tribunale. Il clima era a dir poco rovente.

Non solo per il grado di preoccupazione dei togati, ma anche per il cattivo funzionamento dell’impianto dell’aria condizionata.

Presidente Sala, la situazione che state vivendo è tragica. Lassismo, incapacità, scarsa attenzione? Da dove nascono i problemi che denunciate da tempo?

I problemi che affliggono il Tribunale di Monza e che, in sintesi, si sostanziano in una cronica mancanza di personale e in strutture inadeguate non nascono certamente oggi. Chi frequenta da anni il Tribunale, come il sottoscritto, sa bene che soprattutto la questione delle strutture ha origini lontane. È la conseguenza di scelte probabilmente errate, fatte agli inizi degli anni Novanta quando era stata posta sul tavolo la possibilità della realizzazione di una “Cittadella giudiziaria”, collocata in zona eccentrica rispetto alla città, ma ben collegata con il territorio, poi abbandonata a favore del recupero della sede storica del Tribunale, quella di Piazza Garibaldi. Chi allora esprimeva dubbi su una simile scelta ha, purtroppo, avuto ragione. Il problema non è solo che oggi gli uffici del Tribunale di Monza sono dislocati su dieci diverse sedi, alcune delle quali distanti, tra loro, anche qualche chilometro, ma che gli uffici risultano inadeguati in termini di spazi e di impianti. I locali sono piccoli, i corridoi stretti, gli impianti di areazione insufficienti. Tutti problemi vecchi che l’emergenza Covid ha fatto esplodere in modo dirompente.

Il ministero della Giustizia ha dato segnali di attenzione dopo la conferenza stampa dell’avvocatura monzese?

Purtroppo, e, ovviamente, lo dico con rammarico, la risposta a questa domanda deve essere negativa, nonostante le iniziative assunte da questo Consiglio in merito alle quali ricordo anche la lettera aperta pubblicata sugli organi di stampa poco più di un anno fa. Faccio presente che nel mese di maggio 2021 è pervenuta dal ministero al Tribunale una lettera con la quale si comunicava che, nell’ambito dei fondi messi a disposizione dal Pnrr, al Tribunale di Monza erano stati assegnati oltre 49milioni di euro per l’edilizia giudiziaria. Lascio immaginare, da un lato la sorpresa e, dall’altra, la grande soddisfazione per l’attenzione che, finalmente, era stata riservata al nostro Tribunale.

Che fine hanno fatto quelle risorse?

Già a distanza di pochi mesi, però, veniva informalmente comunicata l’inesistenza di questa copertura e, a fronte delle pressanti richieste, non veniva data alcuna spiegazione, se non la notizia della imminente realizzazione, in quel di Reggio Emilia, di un polo archivistico per l’intero fabbisogno del Nord Italia, con le ben immaginabili ricadute in termini di funzionalità. Ad oggi di questa somma, decisamente importante, non si sa più nulla, se non per una minima parte. Stiamo parlando di circa 5 milioni relativi alla ristrutturazione dell’ala est della sede di Piazza Garibaldi.

Cosa chiedete al ministero della Giustizia?

A parte le croniche problematiche connesse alla mancanza di personale, soprattutto amministrativo, la cui emergenza, causa di numerosi disservizi e ritardi in gran parte degli uffici, non è più procrastinabile, la necessità di procedere alla ristrutturazione dell’ala est della sede di Piazza Garibaldi ha aperto una interlocuzione con il ministero. La situazione complessiva ruota attorno al tema della logistica del Tribunale di Monza. In questo contesto, da parte dei competenti uffici del Tribunale, è stato individuato un immobile, situato nelle immediate vicinanze del centro città e, quindi, distante poche centinaia di metri dalle attuali due sedi di Piazza Garibaldi e di Via Vittorio Emanuele, che consentirebbe di offrire una collocazione adeguata non solo all’intero Tribunale civile, ma anche ai Giudici di pace, all’Organismo di conciliazione e ad altri uffici, ora dislocati su tutto il territorio del Comune di Monza.

Può un Tribunale così importante come quello di Monza essere considerato “di passaggio” dai magistrati?

La risposta non può che essere negativa. È vero che abbiamo vicino Milano, ma stiamo, comunque, parlando del sesto Tribunale d’Italia, che comprende un territorio in cui vivono oltre un milione di cittadini e in cui operano oltre 82mila aziende. La Brianza, di cui Monza è, diciamo, la capitale, rappresenta, sia da un punto di vista sociale che economico, una delle più importanti realtà non solo italiane, ma direi europee ed internazionali. Credo, quindi, che abbia il diritto di pretendere un Tribunale e una giustizia adeguate alle sue esigenze e necessità. Il fenomeno delle richieste di trasferimento, cui stiamo assistendo oggi, è evidentemente frutto delle difficoltà di lavorare in condizioni accettabili, causa carenza del personale e delle strutture.

La battaglia che state portando avanti è solo dell’avvocatura? La magistratura è al fianco del Coa?

Parlo della mia esperienza di presidente dell’Ordine e devo riconoscere che, da questo punto di vista, vi è stata la massima sinergia con i rappresentati della magistratura che si sono succeduti nel corso del mio mandato, ormai prossimo alla scadenza. Credo di non sbagliare se affermo che così è stato anche per quanti mi hanno preceduto in questa carica. L’interesse che la giustizia funzioni e funzioni bene, oltre che essere dotata di strumenti adeguati, non è un interesse solo degli avvocati ma di tutti quanti operano nel suo campo, quindi anche magistrati e personale amministrativo. È un interesse non diretto ma mediato, perché i destinatari ultimi di un efficiente servizio giustizia sono i cittadini e le imprese.

VITTORIO SALA PRESIDENTE DEL COA DI MONZA