IERI L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE CISL A SIENA IN OCCASIONE DELL’OPEN DAY SUL LAVORO

«Ora la politica agisca per il bene del Paese. Niente sconti: su pensioni tavolo subito o sarà mobilitazione. Entro dicembre cancellare lo scalone della Fornero »

«Le urne hanno dato un risultato netto affidando un grande onere al centrodestra e al partito guidato da Giorgia Meloni: il nuovo governo dovrà coinvolgere nelle dinamiche di decisione il sindacato ed il riformismo sociale. Ora è tempo che la politica torni a misurarsi con le questioni reali». È stato il messaggio chiaro lanciato ieri dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto a Siena all’Open Day “Uno sguardo sul territorio”, organizzato dalla Cisl senese.

Il numero uno Cisl ha posto i vincitori delle elezioni dello scorso 25 settembre davanti a precise e concrete responsabilità: fare presto, agire per il bene del Paese, attivando un confronto costruttivo con le parti sociali che possa tutelare fasce deboli, lavoratori, pensionati, imprese in difficoltà. Calato il sipario sulla campagna elettorale, Sbarra, senza usare mezzi termini, ha più volte ribadito che adesso bisogna rimboccarsi le maniche e contribuire tutti, ciascuno assumendosi la propria parte di responsabilità, a risollevare le sorti della collettività, sfiancata dalla pandemia, prima, dalle conseguenze dell’invasione russa dell’ Ucraina, ora.

Il leader di via Po è pronto a collaborare, non pone veti o paletti “a prescindere”, proprio perché la sua Cisl, così come è scritto nel suo DNA, giudicherà l’albero dai frutti, senza pregiudizi, esercitando la propria soggettività politica con autonomia, senza timori, né timidezze. «Noi, come sempre - ha ricordato il numero uno di via Po - ci porremo di fronte al nuovo esecutivo con atteggiamento aperto e al tempo stesso esigente e rigoroso. Dialoganti con tutti, ma senza fare sconti a nessuno, avendo come metro di giudizio la disponibilità delle forze politiche a misurarsi e confrontarsi con la nostra progettualità, con il nostro riformismo, con le nostre priorità, che sono le priorità del Paese e di un’Europa che deve assolutamente ritrovare la bussola che l’ha orientata nei primi, neri mesi del Covid». L’appello è a fare presto, perché tempi e scadenze di Legge di Bilancio, PNRR e riforme sono drammaticamente compressi e le condizioni di vita di milioni di lavoratori, anziani, ragazze e ragazzi richiedono immediati interventi d’urgenza sui prezzi del gas, decuplicato in un anno, e dell’elettricità aumentato del 600%. Il rischio, per i lavoratori, è che spariscano oltre un milione di posti da qui a fine 2022, per le aziende, costi insostenibili e difficoltà di programmazione. La Cisl di Luigi Sbarra non ha dubbi, per risollevarsi la spinta deve essere duplice: a livello europeo serve immediatamente un tetto al prezzo del gas importato; una politica fiscale ed energetica comune; un “Recovery” specifico che sostenga le trasformazioni industriali, tecnologiche ed ambientali; il rifinanziamento del Fondo Sure; una global minimum tax alle grandi multinazionali. A livello nazionale il potenziamento e l’estensione dei crediti d’imposta per le aziende e il rinnovo degli sconti fiscali per l’acquisto di gas ed energia elettrica, il sostegno all’agricoltura e alla pesca, la conferma del taglio sulle accise carburanti, l’applicazione delle norme anti- delocalizzazione, con cui rafforzare sanzioni e procedure di contrasto al comportamento predatorio di tante realtà industriali.

Per contrastare l’onda d’urto dei prossimi mesi serviranno dotazioni aggiuntive per un tetto sociale al prezzo dell’energia, distinguendo le fonti di produzione e incentivando quelle rinnovabili; una soglia Isee più alta per gli sgravi in bolletta; l’acquisto in esenzione IVA di beni essenziali per le famiglie con reddito basso, controllando prezzi e tariffe; ammortizzatori scontati per le aziende che non licenziano. Secondo Sbarra le risorse per dare concretezza a questi progetti vanno trovate innalzando ulteriormente il prelievo sugli extra profitti delle aziende energetiche ( 40 miliardi di euro nell’ultimo anno), estendendo il contributo anche alle grandi multinazionali della logistica e dell’economia digitale, recuperando risorse allocate su decreti approvati e non attuati o che presentano un basso tiraggio, impegnando il tesoretto di quasi 20 miliardi reso disponibile dall’approvazione del NADEF e ove necessario, come extrema ratio, applicando uno scostamento di bilancio. Dopo le ulteriori morti sul lavoro dei giorni scorsi impossibile per Sbarra non affrontare il tema su salute e sicurezza, una priorità che porterà ad una serie di iniziative sindacali unitarie, per categorie e territori, culminanti in una grande manifestazione nazionale il 22 ottobre. Politica dei redditi, salario minimo, pensioni sono gli altri punti centrali sui quali la Cisl ha focalizzato la sua attenzione. Nell’Agenda del sindacato è scritto in modo chiaro ed inequivocabile: bisogna approdare a una riforma fiscale redistributiva che riduca le tasse a chi oggi contribuisce per l’ 85 per cento dell’erario pubblico, alzando il livello della lotta all’evasione e salvaguardando il principio costituzionale della progressività; dire basta alle semplificazioni sul salario minimo: se è di natura legale e non contrattuale schiaccia in basso retribuzioni e tutele, la via è quella dell’estensione della contrattazione; cancellare entro dicembre lo scalone della Fornero e dare al sistema previdenziale maggiore flessibilità, sostenibilità sociale ed inclusività per giovani e donne. Nell’intervento di Sbarra anche una dura sferzata alla multinazionale americana Whirlpool che mercoledì non si è presentata al tavolo al Mise per un incontro programmato dai ministri Giorgetti e Orlando sugli investimenti previsti in Italia. «L’atteggiamento di Whirlpool è assolutamente inaccettabile ed irriguardoso - ha tuonato il segretario generale della Cisl, che ha posto l’accento sui 5mila posti di lavoro da tutelare e chiesto al governo di far sentire forte la sua voce nel rapporto con Whirlpool ad anche con le istituzioni americane -. Tra vertenze aperte e crisi sociale si prevede un autunno caldo: la Cisl non si tirerà indietro, anzi, è ormai da tempo pronta a lavorare al cantiere dell’Italia che verrà per costruire le fondamenta di un Paese nuovo, più solidale, partecipativo, produttivo ed equo. E al prossimo presidente del Consiglio, al ministro del lavoro e a quello dell’economia invia un messaggio forte e chiaro: o parte subito il tavolo sulle pensioni, oppure pronti alla mobilitazione».