SICUREZZA SUL LAVORO

Petteni ( Inas Cisl): «Bisogna puntare a infortuni zero. Le vittime spesso hanno difficoltà anche ad affermare i propri diritti»

«Bisogna affrontare la questione prioritaria della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro inasprendo le sanzioni e investendo su prevenzione e formazione» : è tornato a ribadirlo forte e chiaro pochi giorni fa, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl.

«Non possiamo rassegnarci a questa strage», ha commentato solo un paio di giorni fa, di fronte alla morte di un’operaia di 50 anni a Piacenza e di un operaio di 42 anni a Torino.

Un Paese in cui, ogni giorno, più di 3 persone perdono la vita sul posto di lavoro, più di 10 lavoratori si feriscono o si ammalano e in cui 9 ispezioni su 10 danno esito di irregolarità, è un Paese sfregiato nei suoi valori fondamentali. Su questo punto governo, sindacato e imprese devono trovarsi dalla stessa parte per dar vita a una nuova strategia nazionale che punti all’obiettivo di azzerare le morti sul lavoro: così la Cisl ha posto la questione nell’agenda per il nuovo governo.

«Bisogna sempre tenere presente che chi è vittima di infortunio o malattia professionale, oltre ad affrontare le conseguenze sulla propria salute, sulla capacità di continuare a lavorare, sugli equilibri familiari, ha spesso difficoltà anche ad affermare i propri diritti», spiega Gigi Petteni, presidente dell’Inas Cisl.

«Operiamo da oltre 70 anni per aiutare queste persone, intervenendo per far incontrare le esigenze di tutela di chi si è fatto male o si è ammalato in azienda con le opportunità di supporto previste dalla legge. Abbiamo sempre perseguito una visione dei diritti in tema di sicurezza come una dimensione da affrontare a 360°, in cui le caratteristiche del lavoro che si svolge devono essere ‘ incrociate’ con quelle di chi si dedica a determinate mansioni, sia per attivare la corretta prevenzione per la sicurezza, sia per modulare di conseguenza il percorso previdenziale adeguato, correlato alle condizioni proprie di una professione. In sostanza così come da tempo ci battiamo, al fianco della Cisl, per far andare in pensione prima chi lavora sui ponteggi o guida mezzi pesanti, così rivendichiamo tutele su misura per chi è più esposto a determinati rischi», spiega Petteni.

«Sono questioni da tenere in considerazione quando si devono valutare le azioni da mettere in campo, ad esempio, per contrastare le malattie professionali e favorirne l’emersione. Il nostro obiettivo resta quello di una società in cui la salute viene prima di ogni altra cosa, dove la cultura della sicurezza sul lavoro sia così diffusa da portare all’obiettivo infortuni zero», conclude il presidente dell’Inas.